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Articolo del Corriere del Mezzogiorno:Sulle tracce della setta che sevizia i cani nei boschi dove scomparve Angela



Castellammare: nei luoghi in cui la piccola celentano non fu piu' ritrovata

Sulle tracce della setta che sevizia i cani
nei boschi dove scomparve Angela
Monte Faito, croci e lumini funebri nella vegetazione
dove sono stati massacrati già quattro animali

NAPOLI - Tutto è cominciato quando una volontaria dell'associazione animalista Adda, Rosa Rita Boccaccini, inerpicandosi su per la strada che conduce alla sommità del Monte Faito, ha notato che qualcuno, fra i cani che vengono sfamati ogni giorno dalle anime buone, mancava all'appello.

Gli animali, quattro in tutto, sono stati trovati pochi giorni dopo nella boscaglia: sul loro corpo, ferite da taglio profondissime, inferte probabilmente con un'accetta. Uno di loro, invece, era stato impiccato. Una violenza sadica, anomala, perfino se paragonata all'usanza barbara di avvelenare gli animali ritenuti fastidiosi da chi ha interesse a coltivare la terra e ad allevare il bestiame. Nessuno sa con precisione cosa accada nei boschi del Monte Faito, che sono al di fuori di ogni controllo soprattutto da quando, dopo la frana, è stata chiusa la strada che da Castellammare di Stabia porta fin sopra alla cima.

SULLA MONTAGNA - La chiusura, in realtà, è una leggenda per turisti. Appena dopo che la ebbero installata, la transenna che doveva sbarrare il percorso venne rimossa. Ora l'avviso “strada chiusa per frana” è una sorta di benvenuto rivolto a chi, per un motivo o per un altro, quando cala il sole si addentra nei boschi dove nell'agosto del 1996 scomparve la piccola Angela Celentano, mai più ritrovata. Noi abbiamo scelto di farlo per capire se, come pensa qualcuno fra gli abitanti, la mattanza è opera di uno squilibrato del posto, o se i motivi di questa barbarie sono da ricercarsi altrove. Non bisogna fare molta strada per giungere sul luogo dove i volontari hanno trovato gli animali torturati e uccisi. La seconda curva dopo la Reggia di Quisisana costeggia una boscaglia dove un'insenatura poco profonda scavata nella pietra s'interrompe dinanzi a una ripida salita rocciosa. Alberi scheletrici, muschio che gronda umidità, un cumulo di rifiuti gettati nella scarpata pochi metri più lontano.

CROCI CAPOVOLTE - Proprio alla base della parete rocciosa, che disegna i gradini naturali di un sentiero arduo, diretto al cuore della montagna, qualcuno ha poggiato un rametto sull'altro legandoli poi con il cordoncino verde delle veneziane. La croce è stata capovolta e infilata in un mucchio di pietre bianche. Un'altra croce, più robusta, costruita con lo stesso sistema e legata col nastro isolante (verde anche stavolta) è stata posizionata di fianco ad un lumicino rosso, cilindrico, di quelli utilizzati per adornare le tombe al cimitero. Sono vari, e non sempre menzionabili, i segni che testimoniano la presenza e l'attività umana. Qualche metro più giù, nell'insenatura rocciosa che apre la strada alla scarpata, c'è un piccolo cappotto da bambino. E' bianco, con orsi e foche disegnati su. Gli anni l'hanno reso di un colore molto simile a quello della roccia su cui è adagiato. Croci capovolte, luminarie funebri, animali impiccati e tagliati con l'accetta. Cosa accade, di notte, nei boschi del Monte Faito?

LA PROTESTA - Domenica prossima, animalisti e ambientalisti terranno un corteo a Castellammare, per accendere i riflettori sulla mattanza degli animali.L'iniziativa è nata proprio dalla battaglia dell'associazione Adda. Sarà una marcia con drappi neri. Il commissario regionale dei Verdi, Francesco Borrelli, e il segretario del partito a Castellammare di Stabia, Antonio Iovino, spiegano: «Marceremo compatti in difesa dei nostri amici a quattro zampe, stigmatizzando il comportamento dei loro nemici, come il sindaco di Monte di Procida, che da oltre un mese sta cercando di far morire di fame i randagi del suo comune multando i cittadini che li sfamano con sanzioni tra i 100 e i 600 euro».

fonte:http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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