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Staffette per trovar casa ai cani ma gli animalisti insorgono


Gruppi di giovani volontari che organizzano staffette per portare cani abbandonati, soprattutto al sud, in nuove famiglie. Un fenomeno che a prima vista sembrerebbe positivo ma che viene fortemente criticato dagli animalisti


Le chiamano “staffette” e servono a far trovare casa ai cani provenienti soprattutto dal sud. Non tutti però le valutano positivamente e lo scontro, tra chi ha trovato il suo migliore amico in questa maniera e chi invece sostiene che sia un sistema che non solo non funziona ma che è dannoso per gli animali, non si placa.

La prima lettera. Tutto è cominciato con una lettera inviata al nostro giornale con la quale una signora raccontava di aver essere diventata la proprietaria di una canina proprio grazie ad una “staffetta” che gliela aveva portata da Roma. Una canina ben tenuta, chippata, iscritta all’anagrafe canina di Roma e consegnata in cambio solo di una piccola mancia visto che era stata anche sterilizzata.

Replicano gli animalisti. A stretto giro di posta la replica di Elena Meniconi, presidente dell’associazione animalista livornese. «Con il sistema delle staffette non si fa altro che espandere il randagismo senza risolvere il problema nelle città dove non esistono canili e non si incentiva le amministrazioni locali a crearne. Non solo: spesso questi animali vengono affidati senza i necessari controlli e finiscono di nuovo sulla strada, oppure sono malati, non microchippati e non iscritti all’anagrafe canina. Oltre al fatto che non possiamo escludere che vi sia qualcuno che fa una specie di commercio di queste povere bestie».

E Baffi e code. Accuse pesanti ribadite dall’a ssociazione Baffi e Code che chiama le staffette «spedizioni verso l’ignoto» con le quali gli animali, «trattati come sacchi di patate» vengono affidati a perfetti sconosciuti che non sanno nulla di loro e che li hanno visti al massimo in fotografia. «Meglio sarebbe che queste energie venissero usate per costruire canili nei luoghi di provenienza degli animali».

Nessun controllo. «Purtroppo non è tutto così roseo, il mondo delle “staffette” dei cani... - scrive un’altra lettrice - e mi dispiace fare la guastafeste, ma lavoro nel campo degli animali da una vita e parlo con cognizione di causa nel dire che, certo, quelli che vengono prelevati son cani disastrati, poveretti, ma che non si è mai certi della fine che faranno dopo l’u ltimo casello autostradale... magari i volontari sono in buona fede, ma il problema sta nell’impossibilità del controllo.... anche se le persone che staffettano i cani dicono il contrario, io nel tempo ho conosciuto personalmente almeno una quindicina di famiglie che hanno adottato cani staffettati e tutti i temibili controlli che vengono tanto decantati sono stati... uno!».

Uno staffettista racconta. Replica uno degli “ staffettisti”. «L’8 febbraio 2009 ho fatto la prima esperienza. Dopo accordi intercorsi tramite Internet mi sono trovato ad un appuntamento sul Raccordo Anulare di Roma e due volontarie di Napoli mi hanno affidato due cani e qualche banconota per le spese. Durante il viaggio ci sono stati continui contatti telefonici con una delle volontarie di Napoli. A Scandicci, appuntamento con Marco di Pisa che si è preso un bellissimo cucciolo. Seconda tappa a Firenze Nord, ove c’era una coppia venuta da Ventimiglia. Poi cambio a Sasso Marconi per Bologna e Padova. Spero che questi cani, pochissimi in confronto a quello che c’è in giro, abbiano trovato una vita finalmente felice e che dimentichino tutte le brutture o abbandoni patiti».

fonte:http://iltirreno.gelocal.it/dettaglio/staffette-per-trovar-casa-ai-cani-ma-gli-animalisti-insorgono/1888823

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