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Prov. di AQ: poligono di tiro clandestino cani utilizzati come bersagli


AVEZZANO (AQ). La carcassa del cane ammazzato è circondata da rovi, bossoli di pistole e ossa di altri animali forse uccisi allo stesso modo. Un orecchio e due dita di plastica sono ciò che resta delle sagome di manichini utilizzati come bersagli. Tutt’intorno centinaia di cartucce. Ecco il poligono di tiro clandestino sul monte Salviano. La stretta strada per arrivarci si trova poco dopo il valico della Pietraquaria e porta verso il versante della frazione di Cese. Qui si incontra una vecchia cava. Ed è qui che un gruppo di escursionisti si è imbattuto nel poligono di tiro clandestino e ha segnalato la scoperta al Centro. Una scoperta inquietante. Chi frequenta l’ex cava utilizza armi di ogni tipo e qualsiasi calibro, come testimoniano le ogive dei proiettili e le cartucce. E per le «esibizioni» si scelgono i bersagli più svariati. Così è stato ucciso un cane e così, forse, sono stati ammazzati altri animali (le ossa sono sparse in diversi punti). Un cane randagio che probabilmente ha avuto la malasorte di trovarsi a passare nella zona e che è stato scelto come bersaglio prima di venire selvaggiamente abbattuto. Ma nel poligono clandestino ci si imbatte anche in parti di manichini: un orecchio e un dito si trovano fra le rocce dell’ex cava del monte Salviano. Così come cocci di bottiglie, videocassette. Su alcune tavole ci sono fogli scaricati da un apposito sito Internet frequentato dagli amanti delle armi: raffigurano bersagli e punteggi. Si spara da una distanza di un centinaio di metri, con le armi puntate verso la parete della montagna. A terra persino gli appositi tappi per le orecchie, utilizzati per proteggersi dai rumori. Tutto sembra curato nei particolari in questa sorta di territorio western a due passi dal frequentatissimo santuario della Madonna di Pietraquaria, patrona della città di Avezzano. «È assurdo che possano esserci simili esibizioni di orrore in una zona tanto frequentata», affermano alcuni escursionisti, «senza dimenticare il pericolo che si può correre trovandosi a passare nella cava diventata poligono di tiro. Speriamo che qualcuno intervenga al più presto, anche per tutelare l’ambiente circostante». L’appello è rivolto a Forestale e carabinieri. I frequentatori della vecchia cava rischiano reati che vanno dall’omessa custodia di armi all’esercizio illecito di poligono di tiro. L’area si trova fra l’altro all’interno della riserva naturale del Salviano, istituita con legge regionale nel 1999, ed è uno dei parchi più importanti a ridosso di una città (si estende per 722 ettari, dalla Valle Roveto al Parco Sirente-Velino). In questo ambiente vivono istrici, lepri, volpi, scoiattoli, poiane e grifoni. Specie protette in un’area dove si spara.

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