Vivisezione...cosa ne pensi?

Palio di Siena: tradizione da eliminare??

Le leggi contro chi maltratta gli animali sono troppo "morbide"?

Saresti favorevole all'abolizione della caccia??

Ricerca personalizzata

5 QUINTALI DI MANGIME PER I CANI DELLA CROAZIA !!!‏


Cari amici,

desideriamo informarvi che stamattina sono stati consegnati all'Associazione UNMONDOSBAGLIATO http://unmondosbagliato.wordpress.com/
di David e Maria , cinque quintali di crocchette e cibo umido per i 40 cani che si trovano in Croazia dove vietano di fare raccolte di mangime .

Per visionare le foto della consegna potete cliccare sul seguente link .

Ricordiamo che la campagna di raccolta firme " CHIEDIAMO ALLA RAI E METTIAMOCI LA FIRMA ! " , va avanti, attualmente abbiamo più di 1182 cittadini che hanno sottoscritto la lettera e 23 Associazioni animaliste che si sono unite alla richiesta, raggiunto un buon numero di firme, invieremo il tutto alla Dirigenza RAI . Per sottoscrivere la lettera cliccare QUI . http://docs.google.com/present/view?id=dffsmh2p_54d83c54gd

Per condividere, visualizzare il cartello oppure stamparlo cliccare invece QUI
http://docs.google.com/View?id=dffsmh2p_51g649gcg6

Grazie a tutti per l'attenzione.

ASSOCIAZIONE RAPID DOGS RESCUE
Via E. Rabin 64 - 46100 Mantova
Tel. 348/2711329 - 377/1896463
Fax. 0376/1850918 ( 24h/24 )
Codice Fiscale : 93056360204


Per sostenere la nostra Associazione
https://www.paypal.com/cgi-bin/webscr?cmd=_s-xclick&hosted_button_id=5811000

Per essere aggiornato in tempo reale sui nostri interventi :
http://spreadsheets.google.com/viewform?hl=it&formkey=dDJsb2I4c0NDcUJsOEpDSElDYmtQX0E6MA

SCOPERCHIATO IL VASO DI PANDORA ( comunicato ass. OASA )


Le minacce non ci spaventano, andiamo avanti



Giovedi 11 febbraio sono stati adottati gli ultimi due cani che dovevano essere soppressi allo scadere dei due mesi di detenzione al canile sanitario di Parenzo: un setter ed un pastore croato.

Per questi cani moltissime persone si erano mobilitate in Croazia e in Italia cercandogli un adozione e protestando contro le soppressioni all’ interno del canile sanitario di Parenzo.

Nel canile sanitario di Parenzo i cani sono soppressi come in molti altri canili sanitari croati.

I canili sanitari convenzionati con i comuni per il servizio igenico, come quello di Parenzo ricevono dei finanziamenti per la cattura, la detenzione per due mesi e la soppressione dei cani trovati vaganti e non muniti di microchip, a meno che non siano adottati.

Il tutto e` regolamentato dalla legge per la protezione degli animali del 2007.

Come attivisti dell’associazione OASA di Umago in collaborazione con molti gruppi, individui ed associazioni lottiamo per salvare questi cani dalla soppressione.

Entriamo nei canili sanitari come quello di Parenzo facciamo le foto ai cani per poi cercargli casa, il tutto chiedendo la collaborazione e l’aiuto dei gestori dei canili. Aiuto e collaborazione che non abbiamo mai ricevuto nonostante diverse promesse.

Il tutto viene fatto con il permesso dei gestori e la stretta sorveglianza del direttore o dei veterinari della struttura.

Nonostante la mancanza di collaborazione abbiamo saputo da fonti all’interno delle istituzioni comunali di discorsi positivi sul nostro operato fatti proprio da chi gestisce il canile sanitario di Parenzo.

Sicuramente il nostro operato in alcuni casi e una buona pubblicita` per queste cliniche veterinarie che possono affermare che all’interno della loro struttura i cani sono adottati.

Ma se i cani sono adottati e` solo grazie al nostro intervento, da quello che abbiamo pututo vedere in quest’ultimo anno d’attivita` pochissimi sono i cani adottati direttamente nel canile sanitario da privati cittadini.

Abbiamo sempre chiamato i veterinari per sapere se c’erano cani all’interno della struttura, ci siamo recati a fotografare i cani dopo aver chiesto appuntamento ai veterinari gestori, abbiamo microcchipato e vacinato i cani sempre a nostre spese.

Non ci e` mai stato applicato uno sconto o trattamenti particolari, nonostante avessimo chiesto che il denaro pubblico dei comuni per la detenzione e la soppressione dei cani venga usato per la chippatura e il vacino antirabbico quando i cani sono adottati.

Ma la nostra attivita` per salvare questi cani non fa sempre piacere a chi gestisce queste strutture, non e` una bella pubblicita` uccidere dei cani.

Tanto che il direttore della stazione veterinaria di Parenzo ha minacciato telefonicamente di denunciare una nostra attivista per la pubblicazione di un articolo sui cani a rischio soppressione a Parenzo.

Articolo pubblicato probabilmente da qualche persona sensibile al destino di questi cani, aricolo di cui non era a conoscenza la nostra attivista, che si e solo occupata di fare le foto e rispondere alle richieste d’adozione.

Ma probabilmente la verita` non si deve sapere, non si deve denunciare la soppressione dei cani all’interno di queste strutture.

Uccidere i cani e` un lavoro sporco e deve essere mantenuto nascosto, celato dietro un muro d’ipocrisia.

Da quanto riferitoci durante una telefonata dal direttore del canile sanitario di Parenzo moltissime persone lo hanno contattato lamentandosi riguardo alla soppressione di questi cani, le stesse istituzioni comunali della citta` di Parenzo sono state raggiunte da lamentele riguardanti la situazione dei cani all’interno della stazione veterinaria.

Molte persone si sono mobilitate come mai prima era successo per i cani reclusi a Parenzo, oggi fortunatamente adottati.

Le persone chiamano certamente scioccate dall’uccisione dei cani allo scadere dei due mesi, termini prescritti dalla legge.

Ovviamente il direttore del canile sanitario non puo negare che i cani siano detenuti per due mesi allo scadere dei quali sono soppressi se non trovano un adozione, allora si aggrappa all’unico errore presente nell’articolo riportato sul sito www.ipress.hr: le date di soppressione. Tutte le informazioni sul periodo di detenzione e sulla soppressione ci sono state fornite dallo stesso direttore durante diversi incontri e dai veterinari che operano all’interno della struttura alle dipendenze del direttore.

Sicuramente quelle date di soppressione sono sbagliate ed anticipano di poco quelle reali ma certamente la gente si sarebbe indignata chiamando la stazione veterinaria di Parenzo anche se le date erano corrette, scioccata dalle soppressioni dei cani indifferentemente se queste sarebbero avvenute tra due giorni o tra 20 o ……

Il reale motivo di protesta e indignazione di cui e` certamente consapevole anche il direttore sono le soppressioni in se, il fatto che dei poveri ed innocenti cani vengano soppressi se non trovano casa.

Per fortuna in quest’ultimo anno quasi tutti i cani hanno trovato casa ma se non la trovavano allo scadere dei due mesi, venivano soppressi come previsto indifferentemente dalla bonta` o dalla volonta` dei gestori del canile sanitario. Non accusiamo il personale del canile delle soppressioni ma il sistema che le regolamenta, in primis le convenzioni comunali e la legge nazionale del 2007.

Non abbiamo mai attaccato chi gestisce il canile sanitario a livello personale ma

abbiamo sempre denunciato le soppressione dei cani.

Le informazioni che abbiamo divulgato sono quelle che ci sono state fornite dal direttore del canile sanitario e dai suoi dipendenti, se in rete sono circolate informazioni non corrette non possiamo essere ritenuti responsabili di questo solamente perche´ parte delle informazioni e i contatti facevano riferimento alla nostra associazione.

Certamente le date di soppressione non erano correte ma non siamo stati noi a pubblicare l’articolo su www.ipress.hr ne le proteste di cui si e` lamentato il direttore sono state provocate da questo errore.

La stazione veterinaria di Parenzo non preveda piu` la soppressione dei cani catturati per il servizio igenico e nessuno piu` protestera` o chiamera` la struttura!

La rinuncia pubblica alla soppressione dei cani sarebbe un’ottima pubblicita` per una struttura cosi attenta alla propria immagine.

Ci siamo sempre mostrati corretti con la clinica veterinaria di Parenzo, percio` non accettiamo nessuna minaccia di denuncia verso i nostri attivisti, tanto piu` se non coinvolti e inconsapevoli di quanto accaduto.

La nostra associazione lotta per la salvezza e in difesa degli animali, senza nessun interesse economico o di disinformazione.

Non ci facciamo intimidire e continuiamo a lottare per chi soffre e viene ucciso nell’indifferenza.

L’unica cosa che temiamo sono le ritorsioni sui cani ancora rinchiusi a Parenzo, l’ultima volta abbiamo trovato una cagnetta con due cuccioli appena nati; era li da circa una settimana percio per lei abbiamo poco piu` di un mese per trovarle casa insieme ai suoi cuccioli, trascorsi due mesi dall’arrivo al canile sara` soppressa.

Nonostante questo conflitto e i toni forti usati dal direttore siamo sempre disponibili a recarci a Parenzo per far adottare i cani e magari iniziare una collaborazione con gli stessi veterinari e il direttore della struttura per arrivare alla fine delle soppressioni all’interno della loro clinica veterinaria, ma sia ben chiaro al direttore del canile sanitario e alle istituzioni che lo finanziano: non ci sono compromessi possibili.

Come associazione OASA chiediamo al direttore del canile sanitario di utlizzare il denaro pubblico oggi impiegato dalla sua struttura per la detenzione e la soppressione dei cani per microcchippature, vacinazioni anti-rabbia e sterilizzazioni di cani e gatti, misure piu` efficaci per contrastare il randagismo e la diffusione di focolai di rabbia silvestre. Se verra` applicata questa soluzione e non vi saranno piu soppressioni forniremo tutta la nostra collaborazione alla clinica veterinaria di Parenzo.

Solidarieta` all’attivista minacciata, di cui ci teniamo a chiarire la totale estraneita` ai fatti di cui e accusata.

Associazione OASA, Umago

Bambina sopravvive al freddo grazie al suo cane


lun, feb 22, 2010

Una storia che ha commosso l’America, e non nascondiamo che ha emozionato anche noi, quella della bambina di 3 anni sopravvissuta al freddo della notte grazie al cane.

Il fatto è accaduto sul lago Cordes, in Arizona: la piccola allontanatasi da casa, senza scarpe e al freddo e gelo della notte, è stata trovata viva, grazie al suo cane. Nonostante la mobilitazione di massa – i soccorritori hanno perlustrato la zona in lungo e in largo – durata per ore, della piccola sembrava non esserci più alcuna traccia.

Finalmente la mattina la bambina è stata trovata in compagnia della sua migliore amica, la cagnolina Blue, da un elicottero del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. La bambina era distesa a terra, a faccia in giù. Se l’elicottero non avesse avvistato il cane forse non sarebbe neanche stata notata.

La piccola è stata portata all’ospedale e immediatamente ricoverata a causa dei geloni e dei piedi gonfi. Secondo i medici la bambina è stata fortunata a essere sopravvissuta al gelo della notte; tutto merito del cane che l’ha tenuta al caldo e le ha fatto compagnia, proteggendola dal freddo e dai pericoli.

Miracolo o ennesima riprova della fedeltà del cane, fatto sta che il cane alla vista dell’elicottero si è messo a scondinzolare, saltare e correre. Evidentemente si è reso conto che la sua padroncina era stata salvata.

STOP DOG ABUSE IN INDIA -Basta!!!

PETIZIONE DA FIRMARE E CONIVIDERE:
http://www.thepetitionsite.com/3/stop-dog-abuse-in-india



Alcune foto del massacro dei cani in India...

http://meerut-incident.synthasite.com/

L'India è l'unico paese al mondo che prevede nella sua Costituzione, per la misericordia e la cura degli animali.

MA ......




Ecco la prova che l'amministrazione Meerut ha scatenato la brutalità sconvolgente sui cani randagi della zona per proteggere e proteggere il bestiame da macello

Per il governo di Uttar Pradesh, India ei suoi funzionari sembra una soluzione perfetta che le persone sfoghino la loro rabbia uccidendo tutti e cani innocenti. Si adatta la burocrazia in quanto non disturbare i macelli e fermare il commercio illegale FOURISHING mai di bovini da carne INDUSTRIA in Meerut.

In un tragico incidente, un bambino di cinque anni che era uscito in cerca di sua madre in un campo, è stato aggredito e picchiato a morte da un branco di cani randagi a Kazipur, Meerut. Di conseguenza gli abitanti del villaggio eliminano ogni randagio uccidendolo brutalmete.

Per essi sono apparentemente 'la situazione riparazione' che ha portato alla morte di due bambini nel villaggio di Kazipur, Meerut, presumibilmente a causa di attacchi di cani randagi. In realtà, vi è un mattatoio illegale nel villaggio Kazipur, che sta violando ogni norma possibile - lotta contro l'inquinamento, lo smaltimento dei rifiuti di origine animale, ecc Apparentemente, 5000 animali, soprattutto i bovini, comprese le vacche sono macellati nel macello ogni giorno - e poi, parti di animali che non vengono utilizzati, e sangue, ossa, ecc, sono tutti ammessi a fluire in un nullah aperto adiacente al macello, che scorre attraverso il villaggio di Kazipur e oltre. Il randagi della zona si alimentano su questi resti di animali, come conseguenza, o bambini che hanno osato troppo avvicinandosi alla nullah che è la loro fonte di cibo.

Questa è la causa di fondo del problema.

L 'AMMINISTRAZIONE chiude un occhio A questo mentre la gente prende LEGGE nelle mani dei loro. PEOPLE stanno godendo l'atto di uccidere i cani come un divertimento per loro (vedi foto).
In ogni caso, ciò che ha seguito, e continua a svolgersi ogni singolo giorno, è un omicidio, e la crudeltà oltre ogni immaginazione. Sono catturati, sono le spalle al muro, molti sono stati brutalmente picchiati a morte. I cani catturati nel modo più brutale possibile, tenute senza cibo e acqua per 2 - 3 giorni fino a un numero considerevole sono 'raccolti', e poi - soprattutto liberato nella foresta, o surrettiziamente posò o picchiati a morte

COME NO Law and Order è rispettato a Meerut più.

Compresi la polizia, D.M., il sindaco, o U.P. GOVERNO, nessuno si è preso la briga di fermare le persone di prendere il controllo della legge nelle loro mani e brutalmente macellazione cani con metodi innovativi, che comprende anche l'uso delle armi.

Tutto questo nonostante la Corte suprema indiana ha emesso una sospensione contro qualsiasi tipo di UCCISIONE DEI CANI IN TUTTO IL PAESE.
serie di fotografie sono allegati, trasmessa dal Jeev Karuna Sanstha, Meerut. Alcuni di loro sono 15-25 giorni, e alcuni recente come 3 - 5 giorni.

Il benessere degli animali Board of India ha scritto tre volte a vari funzionari in seno all'amministrazione. Hanno consigliato l'amministrazione per quanto riguarda il metodo corretto di controllo della popolazione di cani randagi. Di avere informato come la legge - la legge APC, il regolamento ABC, ecc Hanno offerto il loro aiuto e guida, per la costituzione della sterilizzazione necessarie, le infrastrutture di immunizzazione all'interno Meerut. Alla fine, hanno minacciato azioni legali, ma inutilmente.


Firmate!!Grazie

Cina,animali squoiati vivi...FIRMATE!!






http://firmiamo.it/bastaconilmassacro

No alle pellicce


Pellicce... Un tempo, nella preistoria, erano necessarie all'uomo per coprirsi e resistere al freddo invernale. Allora, forse, l'uccisione degli animali per ricavarne pellicce poteva anche essere giustificata. Ma da allora i tempi sono cambiati. C'è stata la scoperta del fuoco, l'uomo ha cominciato a costruirsi delle abitazioni più dignitose, sono stati scoperti gli isolanti termici, i carburanti fossili e particolari fibre tessili che, se ben usate, possono proteggere dal freddo molto di più di quanto faccia una pelliccia.

Allora perchè in tutto il mondo di continua a parlare del massacro degli animali per il mercato delle pellicce?

La risposta è in tre parole: LA VANITA' UMANA.

Soltanto per soddisfare la vanità di quelle signore impellicciate che si possono vedere un po' ovunque, ogni anno si uccide un numero elevatissimo di animali da pelliccia.

Si tratta di uno dei più atroci massacri di animali di questo secolo. Ogni anno, centinaia di milioni di animali in tutto il mondo muoiono dopo terribili sofferenze sconosciute al più della gente.
Fino a qualche tempo fa la maggior parte delle pellicce di animali proveniva dalle trappole, che venivano abilmente posizionate in foreste, boschi e praterie. Ogni anno venivano catturati circa 100 milioni di animali, dei quali però solo poco meno di 1/3 era "utile" per la produzione delle pellicce.

Poteva trattarsi infatti:

- Di animali NON ADATTI alla produzione di pellicce (Come istrici, porcospini, animali domestici, uccelli...) chiamati dai "trapper" spazzatura.

- Di animali che, cercando disperatamente di liberarsi, si sono prodotti dei danni tali alla pelliccia da non renderla più vendibile. Può capitare, inoltre, che, controllando una trappola, vi si trovi soltanto una zampa o una coda: in questo caso l'animale, piuttosto che morire nella trappola, ha preferito amputarsi un arto a morsi e fuggire. In questo caso, la possibilità di sopravvivenza dell'animale è praticamente inesistente.

Al giorno d'oggi invece, dopo le proteste degli animalisti contro le trappole, la maggior parte delle pellicce proviene da allevamenti, situati un po' in tutto il mondo.
Ma come vivono gli animali nelle loro gabbie?



Le volpi, per esempio, che dovrebbero vivere in un territorio naturale di 10 chilometri quadrati, sono costrette a stare rinchiuse, anche in tre o quattro, in gabbie metalliche poco più grandi del loro corpo. I visoni, che in libertà hanno a disposizione ampi spazi dove nuotare, correre, e saltare, sono rinchiusi in tre o quattro, a volte anche sei o sette, in anguste gabbiette. Capita spesso che la pazzia e lo stress, provocati dalla reclusione forzata, spinga gli animali ad azzuffarsi violentemente fra di loro.

Anche se questo non rientra nella loro natura, si è riscontrato questo comportamento anche fra le volpi, e probabilmente succederebbe anche alle persone, se costrette a dividere in condizioni così disagevoli una prigione. Si arriva addirittura a fenomeni di cannibalismo e automutilazione degli arti. E non c'è da stupirsene.

Alcuni allevatori hanno trovato delle soluzioni che consentono di ammassare tantissimi animali senza che si provochino gravi danni alle loro pellicce. E' diffusissima la somministrazione di psicofarmaci, che, influendo sul sistema nervoso dell'animale, lo rendono più mansueto, meno usata la limatura fino alla gengiva dei denti ai cincillà.

Le gabbie, di solito, hanno il fondo in rete metallica, per consentire alle feci degli animali di cadere al suolo attraverso le maglie, eliminando così costose operazioni di pulizia delle gabbie. Le zampe degli animali vengono ferite e lacerate dai fili metallici, ma questo non viene assolutamente tenuto in considerazione dato che non pregiudica la bellezza del manto. Sulle gabbie vi sono delle tettoie, che proteggono gli animali dal sole e dalla pioggia, che potrebbero rendere il pelo meno lucido. In genere le gabbie si trovano all'aperto, ben esposte al vento e al gelo, fattori che stimolano la crescita del pelo. Gli animali vengono nutriti con un pastone studiato in previsione del prodotto: la pelliccia. Nell'acqua, d'inverno, viene aggiunto dell'anticongelante, e, se ciò non accade, gli animali possono rimanere anche parecchio tempo senza ere. Il cibo viene distribuito sopra le gabbie per risparmiare tempo, e gli animali lo leccano attraverso le maglie della rete. Succede che, a causa del freddo, la lingua dell'animale si laceri a contatto con la rete. I pasti non vengono distribuiti prima dell'uccisione: sarebbe infatti inutile sprecare del cibo che, durante l'esecuzione, potrebbe macchiare il pelo degli animali.

Agli animali viene tolto il diritto di vivere la propria vita, non possono instaurarsi rapporti sociali e non si possono seguire i propri istinti.

E' assurdo pensare che, solo in Finlandia, vengono usati 60 milioni di kg di aringhe e 10 milioni di kg di patate ogni anno soltanto per nutrire i visoni, per ottenere un prodotto assolutamente inutile, mentre questo cibo potrebbe essere destinato ai popolo africani o asiatici che vivono in condizioni di estrema povertà.

Per ottenere una pelliccia di visone occorrono 3 tonnellate di cibo, per una di volpe poco più di una.

Le pellicce, molto spesso, non vengono soltanto da visioni, volpi, ermellini e altri animali da pelliccia, alcune persone senza scrupoli allevano cani e gatti o ne catturano di randagi, per poi destinarli a questo macabro commercio. E la cosa più terribile è che, nell'etichetta, si vuole far credere al potenziale cliente che si tratti di un altro tipo di pelliccia. Se si è incerti sul tipo di pelo usato in una pelliccia, bisogna ricorrere all'esame del DNA.

La crudeltà più tremenda però, è quella delle pratiche di uccisione, che il più delle volte avviene a soli 7-8 mesi: in Cina, molto recentemente, sono stati scoperti degli allevamenti di visoni, cani, gatti, volpi, che, dopo aver stordito con dei bastoni gli animali o averli sbattuti a terra, levano loro la pelle quando sono ancora svenuti. Il più delle volte accade che l'animale riprenda conoscenza dopo che gli è stata tolta la pelle, e la sua terribile agonia può durare fino a dieci minuti. Scuoiare vivi degli animali, senza nessuna pietà soltanto per prelevare il loro pelo è decisamente il culmine della follia umana.

Molto usate sono anche: la rottura delle ossa cervicali dell'animale ruotandona la testa, la morte per asfissia, per corrente elettrica, con un colpo alla nuca o al muso, iniezioni letali di sostanze velenose, uso di strumenti a funzionamento meccanico che penetrano nel cervello, (a volte chiodi) che fracassano la scatola cranica, avvelenamento ecc.

I visoni molto spesso vengono uccisi per soffocamento in camere a gas o semplicemente infilando loro la testa in un barattolo, per le volpi invece si preferisce ricorrere a due elettrodi metallici, uno vicino alla coda e uno sul muso. L'animale viene ucciso da una scossa elettrica di circa 200 volt, dopo terribili sofferenze. Tutto ciò per rendere il pelo più bello e voluminoso! L'ermellino, ad esempio, viene spesso catturato con una lastra di ferro ricoperta di grasso che, quando viene leccata, la lingua rimane incollata alla lastra stessa Per le pelli del leopardo si preferisce invece immobilizzare l'animale in una strettissima gabbia ed introdurgli quindi nell'ano una lunga sbarra di ferro arroventata, che viene poi spinta con forza fino ai polmoni. Le pellicce di foca, richiedono le pelli candide dei cuccioli ed è per questo che ogni anno ne vengono uccisi 400.000. Le piccole foche vengono bastonate e scuoiate vive, di fronte agli occhi delle madri che spesso cercano di proteggere la prole facendo loro scudo con il proprio corpo.
Quelli d'allevamento invece vengono rinchiusi nelle gabbie; un alto numero di animali si spezzano i denti contro le sbarre altri si mutilano o si suicidano a furia di violente testate contro le pareti della loro prigione; numerosi i casi di cannibalismo o i casi di soggetti che, impazziti, ripetono ininterrottamente lo stesso inutile movimento. Conigli e gli agnelli sono appesi per i tendini ad un gancio e scuoiati vivi; ai cincillà invece si gira la testa di 180° fino a spezzargli il collo


In Thailandia molti cani (Pastori tedeschi - Chow-chow) vengono uccisi e sgozzati anche per strada, senza che nessuno intervenga e lasciati morire per dissanguamento. Per i gatti la tecnica più usata è l'impiccagione con cappi metallici.

Un'indagine recente ha scoperto il peggiore segreto delle industrie di pellicceria: l'uso di pelli di cani e gatti. Per confezionare una sola pelliccia occorrono dalle 10 alle 20 pelli di cane, più di 25 di gatto. L'uso più comune che se ne fa è la bordatura di cappotti e guanti. In Cina vi è anche, a peggiorare la situazione, l'abitudine di mangiare carne di cane. Gli animali vengono tenuti a temperature bassissime, in "magazzino", cioè in orrende gabbie buie e luride. Molti animali non provengono nemmeno da allevamenti. Esiste infatti l'abitudine di uccidere cani e gatti e di venderli, in alcuni paesi, in Cina, in appositi mercatini. Alcune persone hanno addirittura dei piccoli allevamenti in casa, e ai ragazzini viene insegnato, fin da piccoli, come uccidere e scuoiare cani e gatti randagi appositamente catturati. Pelli e pellicce vengono poi esportati in tutto il mondo: negli USA, in Europa. Alcuni inviati sono stati in Cina, e hanno visto scene orribili: enormi stanzoni pieni di cani morti appesi a ganci circondati da cani vivi, in attesa dell'uccisione per il mercato della carne e del pelo. I cani venivano rinchiusi in dei sacchi per diverse ore (vivi) e trasportati fino al macello, in un viaggio di diverse ore.

N.B. Le etichette spesso ingannano: o non sono presenti del tutto o portano scritte ingannevoli, come Gea Wolf, Sobaki, Asian Jackal, Goupee, Gou - pee, Kou pi, Gubi , China wolf , Asian wolf, Pommern Wolf, Loup d'Asie, Asiatic racoon dog, Corsac Fox, Doguses du Cine (Per i cani) oppure Special Skin e Lamb Skin, Mountain Goat Skin, Sakhon Nakhon Lamb Skin.

La pelle di gatto invece viene travestita con questi nominativi: Housecat, WildCat, Katzenfelle, Goyangi, Mountain cat.

Per dare un'idea della grandezza di questo fenomeno, ecco una tabella che riporta il numero di pelli necessarie per confezionare una pelliccia di una determinata specie di animale. Queste cifre danno l'idea di quante vite vengano sacrificate soltanto per soddisfare la vanità umana.



Animale - Numero pelli per confezionare una pelliccia

Agnello 25-30
Bob-cat 15-20
Castoro 16-20
Cavallino 6-8
Cincillà 130-200
Coyote 12-16
Criceto 120-160
Ermellino 180-240
Fochino 5-8
Gatto 20-30
Ghiottone 5-7
Lince 8-18
Lontra 10-20
Lupo 3-5
Martora 40-50
Moffetta 60-70
Nutria 25-35
Ocelot (cucciolo) 12-18
Opossum 30-45
Procione 50-70
Scoiattolo 120-200
Tasso 10-12
Topo muschiato 60-110
Visone 30-50
Volpe 10-20
Wallaby 20-30
Zibellino 50-80





http://firmiamo.it/bastaconilmassacro

Vivisezione: in adozione 70 gatte riabilitate dalla LAV


Marina, Violetta, Sissi e le altre, in tutto 70 gatte, hanno alle spalle una storia particolarissima e dolorosa: sono sopravvissute alla sperimentazione alla quale sono state sottoposte per testare l'efficacia di vaccini contro la FIV. Ora saranno riabilitate per un periodo di circa 6 mesi e poi potranno essere affidate a famiglie idonee, grazie ad un progetto curato dalla LAV - Lega Anti Vivisezione e da I-Care Italia.

Le 70 gatte sono state rinchiuse fin da piccolissime nello stabulario dell’Università di Pisa e sottoposte a sperimentazioni continue. Ora sono state trasportate in un rifugio al sicuro, dove le attende un lento recupero fisico e psicologico, al termine del quale potranno finalmente godere delle cure e dell’affetto di coloro che le adotteranno. Le richieste di adozione saranno gestite da I-Care Italia.

a LAV si occuperà di questi animali per tutto il periodo della riabilitazione, fornendo una casa, cibo, controlli e cure veterinarie e l’assistenza di persone specializzate per il completo recupero fisico e psicologico. Coloro che desiderano essere d’aiuto a questi animali possono farlo con una donazione alla LAV: scopri come al link www.lav.it/index.php?id=1466 oppure contatta la LAV (sede nazionale) al tel. 06 4461325, email: info@lav.it

Queste gatte sono tutte FIV positive, nate in appositi allevamenti, portate nello stabulario e infettate a circa un anno di età per studiare l’efficacia dei vaccini per la FIV. La FIV, o immunodeficienza felina, è indotta da un virus simile a quello che provoca l’AIDS nell’uomo, anche se non è trasmissibile alla nostra specie, e provoca un lento indebolimento del sistema immunitario, rendendo il corpo vulnerabile anche al più banale raffreddore o agente esterno.

Nonostante più di 10 anni di dolorosa sperimentazione su centinaia di gatti, questi vaccini sono mai stati scoperti: “è la drammatica conferma che la sperimentazione animale è fallimentare, soprattutto se applicata alla ricerca per l'uomo – dichiara Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore vivisezione - e che è indispensabile e urgente implementare il ricorso ai metodi alternativi, ovvero che non fanno uso di animali, ai quali il mondo scientifico più consapevole e innovativo riconosce efficacia, scientificità ed eticità”.

Queste piccoli felini, identificati come numeri nell’artificiale solitudine di uno stabulario, finora hanno conosciuto solo la prigionia in piccole gabbie, senza potersi muovere, saltare o giocare, senza conoscere l’odore del cibo o interagire con l’ambiente; hanno subito iniezioni, prelievi, controlli continui, dolore e spavento. Per la prima volta, dopo questo stato di lunga deprivazione etologica, fisica e psicologica, sono state avviate alla riabilitazione durante il quale svilupperanno la muscolatura atrofizzata, impareranno ad arrampicarsi, a riconoscere il cibo, a giocare e ad avvicinare le persone con maggiore fiducia.

“Siamo abituati ad annunci trionfalistici di esperimenti condotti su animali, discutibili sul piano scientifico ed etico, mentre l’elevato numero di esperimenti fallimentari, e dolorosi, condotti sugli animali viene taciuto da coloro che li compiono -prosegue Michela Kuan- Ci auguriamo che la storia di queste gatte, del tutto simili ai milioni di gatti che sono accuditi nelle nostre case, possa rappresentare una nuova e utile occasione per ripensare alla necessità di una sperimentazione che non commetta più simili orrori. Lo stabulario di Pisa era rimasto l’ultimo ad utilizzare gatti in Italia e speriamo che con il 2010 il nostro Paese dica addio all’uso di animali per scopi scientifici.”

Secondo gli ultimi dati resi pubblici dal Ministero della Salute, riferiti al triennio 2004-2006, in Italia a scopo sperimentale sono stati utilizzati 2.735.887 animali (ratti, porcellini d’india, uccelli, ovini, pesci, ecc.) - una media annua di 911.962 animali - e di questi più di 2.800 sono cani (in prevalenza) e gatti.

Vieni a conoscere il progetto SOS GATTE: http://www.lav.it/index.php?id=1466

Vivisezione:Un'altra ricerca è possibile


Metodi alternativi
In base alle normative nazionali e internazionali in materia di sperimentazione animali si intendono come alternativi:

• i metodi che sostituiscono l’impiego di animali nella sperimentazione
• le procedure che, pur utilizzando animali, ricorrono a tecniche meno invasive o riducono il numero di animali utilizzati nella sperimentazione

La LAV sostiene SOLO il ricorso a metodi che sostituiscono completamente l’uso di animali.

Esistono centinaia di metodi alternativi, come:

• i modelli informatici
• le analisi chimiche
• le indagini statistiche (come l’epidemiologia e la metanalisi)
• gli organi bioartificiali
• i microchip al DNA
• i microcircuiti con cellule umane

Tuttavia i veri metodi scientifici sono solo quelli che sostituiscono del tutto gli animali, per la definizione stessa di modello sperimentale, ossia la riproduzione del fenomeno oggetto dello studio dalla quale sono state eliminate delle variabili, in modo da renderlo più semplicemente analizzabile. Nessun animale, di qualsiasi specie esso sia, può considerarsi un “uomo semplificato”.

Già senza animali
Il completo abbandono dell’utilizzo di animali nella sperimentazione è ancora molto lontano ma, grazie alle informazioni diffuse dalle associazioni animaliste e alle campagne di mobilitazione dell’opinione pubblica, i metodi alternativi stanno già sostituendo le sperimentazioni cruente in alcuni settori.

Oggi non si utilizzano più animali in:

• crash test di automobili
• test di gravidanza
• test per verificare la contaminazione batterica di farmaci
• molti casi di verifiche igienico–sanitarie su alimenti
• molte esercitazioni per scopo didattico
• diversi test di tossicità su sostanze chimiche, come
l’assorbimento cutaneo, la mutagenesi e la genotossicità, la fototossicità, l’embriotossicità.

Il 70% della ricerca biomedica, ovvero della biologia della medicina, non fa uso di animali. (fonte: ISS).

Fino a non molti anni fa si pensava che gli animali non sarebbero mai stati sostituiti, eppure gli esempi sopra riportati dimostrano il contrario. Basta volerlo e attivarsi insieme per informare e sensibilizzare le istituzioni e le persone

Fonte:LAV

altre info e video http://www.tvanimalista.info/video/vivisezione/

Il business del randagismo


Approfittando dell’incapacità delle Amministrazioni locali nel mettere in atto soluzioni che tengano conto del benessere degli animali, e della conseguente scarsità di strutture pubbliche, alcuni privati hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni milionarie con le stesse Amministrazioni.

Aggiudicandosi la gestione dei randagi con gare d’appalto al ribasso d’asta, cui corrispondono strutture fatiscenti, i gestori di “rifugi/canili” privati possono contare su un contributo che va da 2 a 7 € al giorno per ogni cane e il totale può giungere a cifre elevatissime, che alimentano un giro di affari stimato intorno ai 500 milioni di euro l’anno.

Diventa chiaro pertanto l’interesse nel settore anche da parte di persone senza scrupoli che mirano al massimo lucro, non curandosi del benessere degli animali ospitati in veri e propri lager in cui è impedito l’accesso a chiunque e dai quali gli animali non usciranno mai!

Cani denutriti, malati, abbandonati, chiusi a vita in gabbiette miserabili, spenti. L’immagine è quella del canile-lager. Ogni tanto un servizio al tg racconta che la Forestale è arrivata e ne ha sequestrato uno. Già, ma perché? Perché dietro i cani randagi in Italia c’è uno sporco business. Anzi, sporchissimo.

Come spesso succede con le storie italiane, si comincia animati dalle migliori intenzioni e si finisce in un buco nero. Con i cani randagi, ad esempio, nel 1991 si decide che non devono più essere soppressi, ma ospitati in strutture pubbliche, ben tenuti, sterilizzati, in attesa di una famiglia che li prenda in affidamento o che morte naturale sopravvenga. Siamo finiti, 16 anni dopo, che ci sono circa 500 canili privati che tengono in gabbia 230 mila cani (dati della Sanità), stipulando grasse convenzioni con Asl o Comuni. Stima ufficiale del giro d’affari annuo, 500 milioni di euro. Un fiume di denaro pubblico se ne va dietro ai randagi. E il peggio deve ancora venire.

Per amaro paradosso, più un cane è malnutrito, più il titolare del canile ci guadagna con la cresta sulle rette. Ergo, mangiano poco o niente. Prima un cane muore, meglio è: il titolare guadagna 50/75 euro ogni carcassa smaltita. Prima si libera un posto nel canile, e un altro cane viene «accalappiato», anche se poi magari è semplicemente un cucciolo fatto nascere ad hoc, meglio è: il titolare del canile guadagnerà altri 30/45 euro per l’accalappiamento. Ci sono canili dove ogni anno muore la metà dei cani e subito li rimpiazzano. Ecco spiegato il giallo delle cifre stratosferiche.

Il business dei canili è questo. Più è veloce il turn-over, più c’è da diventare ricchi. L’ultimo sequestro è di qualche giorno fa, a Taranto. Se ne occupa una sezione della Forestale, il Nirda (Nucleo investigativo per i reati a danno degli animali). Il 45% dei 600 cani «ospiti» era affetto da infezioni; una grande parte aveva tumori; quasi tutti i maschi non erano stati sterilizzati. E poi tantissimi erano zoppi, «presumibilmente a causa del pavimento dei box, in terra e pietre affioranti». E ancora: reti sconnesse, punte acuminate, magazzino del cibo infestato da topi, nessun riparo contro le intemperie. In una fossa comune poco distante gli esperti della Forestale hanno trovato un centinaio di carcasse. Di veterinari, ovviamente, nemmeno a parlarne. Ora i titolari sono indagati per diversi reati, dal maltrattamento alla detenzione di animali in condizioni inidonee, alla gestione di discarica abusiva e smaltimento illegale di rifiuti speciali. Ed è di 15 giorni fa il sequestro di altri due canile-lager in provincia di Frosinone. Altri 700 cani trovati in condizioni miserrime: box piccoli e sovraffollati dove finivano senza distinzione cuccioli e adulti, sani e malati. Cibo poco e uguale per tutti. Pulizia sommaria una volta al giorno con la pompa a pressione e per il resto vivevano negli escrementi. E morivano.

Il sindaco di Sgurgola, Luciana Perfetti, è stata nominata custode giudiziaria: «I canili - racconta - secondo la legge dovevano essere un punto di transito. Un qualcosa di temporaneo ed eccezionale. Invece la realtà è un po’ diversa. E’ un fatto che qui fosse poco il personale addetto alla cura». Un eufemismo: c’era un unico addetto per tutti quei cani.

Tutta questa crudeltà, questo abbandono, non si spiegano però se non si guarda al business che prospera dietro i canili. Come racconta con chiarezza Maria Cristina Salvucci, presidente di una combattiva associazione animalista, la Canili del Lazio Onlus: «In alcune strutture i cani dormono sul cemento, mangiano crocchette che vengono gettate per terra e dividono la gabbia con 10 o più animali. In queste condizioni le leggi del branco sono durissime e solo i più forti riescono a mangiare e sono destinati a sopravvivere. Almeno fino a quando non venga accalappiato ed introdotto nel gruppo un cane più forte. I combattimenti e gli sbranamenti sono all’ordine del giorno e rappresentano una delle cause principali di morte».

Fin qui, però, potrebbe essere una terrificante vicenda di incuria. A forza di risparmiare su tutto, si finisce per far vivere male (e morire) decine di migliaia di cani. Ci sono però alcuni dati che fanno riflettere. Com’è possibile che in Puglia ci siano 61 mila cani chiusi in gabbia a fronte di 142 mila registrati in famiglia (quasi uno su due), e che in Campania i cani accalappiati siano 81 mila contro 223 mila (stesse percentuali), mentre in Toscana sono appena 4 mila contro 357 mila (quasi uno su 100)? Oppure che in Lombardia ci siano 2600 cani in gabbia e 413 mila in famiglia (quasi uno su 200 mila)? La risposta è semplice. «Purtroppo al Sud - dice l’onorevole Jole Santelli, che ha presentato una proposta di legge per riformare il sistema - molti di questi canili sono di fatto in mano alla criminalità e le Asl, per forza di cose, non sono in grado di effettuare i controlli».

Già, questa ormai è materia di polizia. Maria Rosaria Esposito guida il Nucleo investigativo del Corpo Forestale. «Su questo sottobosco di situazioni che si sono venute a creare - racconta - stiamo effettuando un monitoraggio su base nazionale. Finora siamo intervenuti un po’ dappertutto: nel Lazio, in Friuli, in Veneto, Emilia, Toscana, Marche, Campania e Calabria. C’è un fiume di denaro pubblico che finisce da queste parti. E noi stessi non sappiamo quanti siano i canili convenzionati. Per fortuna ci sono moltissimi volontari che ci aiutano con un flusso continuo di denunce».

Scoperto canile lager, animali chiusi in bidoni di plastica


Cani, capre e conigli maltrattati, donna denunciata a Guastalla


ROMA
Cagnolini chiusi dentro bidoni di plastica, con tanto di coperchio: scoperto a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, un canile lager. Cani e anche capre e conigli tenuti in condizioni definite spaventose dagli stessi carabinieri intervenuti, una donna è stata denunciata per maltrattamento di animali. A seguito di alcune segnalazioni - spiegano i carabinieri - questa mattina a Guastalla personale della polizia provinciale di Reggio assieme alle guardie ecologiche volontarie, alla polizia municipale,un veterinario e i militari di Guastalla, hanno fatto un vero e proprio blitz in un podere in via Castellazzo in aperta campagna.

Qui gli operatori hanno trovato, in mezzo ad una vera e propria discarica a cielo aperto, 10 cani, 20 capre e 8 conigli, denutriti, maltrattai, in pessime condizioni igienico sanitari. I militari hanno persino trovato un cagnolino chiuso dentro un bidone di plastica, con tanto di tappo ermetico. Gli animali sono stati affidati a strutture apposite di accoglienza dove saranno curati. Una donna, di 37 anni è stata denunciata per maltrattamento di animali, in attesa anche delle determinazioni di ordine sanitario del sindaco in relazione a tutta l’area.

THIENE CITTA' VENETA ORA VIETATA AI CANI DOPO TOLLERANZA ZERO A CHI SPORCA


24 feb 10
L'assessore: «Presto un'area tutta dedicata a Fido vicino al quartiere dei Cappuccini».

A Thiene non c'è alcuna sensibilità verso i cani e lo dimostra il fatto che ora il sindaco Busetti è ricorsa alle "sanzioni esemplari" per i cittadini che sporcano, invece di offrire loro una valida alternativa».
Lo sfogo arriva da Francesca Piazza, animalista thienese e portavoce di un nutrito cittadini amanti degli amici a quattro zampe che risponde così alle dichiarazioni del sindaco Maria Rita Busetti, che pochi giorni fa ha annunciato «tolleranza zero» verso chi permette ai propri cani di sporcare le strade cittadine, senza poi preoccuparsi di pulire.
«Thiene è una città che non ama i cani - continua Piazza - Il sindaco si sbaglia se pensa che amare i cani significhi tappezzare la città con i manifesti animalisti "Di che razza sei, umano o disumana?" che, tra parentesi, è iniziativa ministeriale e non comunale. Non voglio difendere i cittadini maleducati che non puliscono quando il loro cane sporca, però è anche vero che, se si vuole far fare due passi al proprio animale, in città non c'è alternativa alla strada.
Soprattutto dopo l'entrata in vigore del regolamento comunale, che vieta ai padroni di animali di passeggiare nelle aree verdi pubbliche: a Thiene non esiste alcuna zona dove poter far fare un giro ai propri animali.
Una zona che proprio questa amministrazione che si dice tanto sensibile verso i cani, ci aveva promesso più di un anno fa ma di cui, ad oggi, non c'è traccia».
Nell'ottobre 2008, infatti, l'assessore Roberta Manzardo, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti degli animali, annunciava la realizzazione di un'area verde attrezzata per cani nel parco del Donatore, in via Monsignor Pertile. Sembrava che questa sorta di parco giochi canino, dove i cittadini potevano lasciar correre liberamente i loro amici a quattro zampe, dovesse vedere la luce nel giro di qualche settimana, ed invece, dopo 17 mesi, ancora niente.
«Abbiamo trovato una nuova area - spiega l'assessore Manzardo - Proprio in questi giorni devo incontrare gli animalisti di Thiene e i proprietari di attività legate al mondo animale per studiare come gestire e regolamentare l'area e, soprattutto, per trovare i fondi necessari ad allestirla. L'area verde, che non sorgerà più al parco del Donatore, ma in un terreno comunale vicino al quartiere dei Cappuccini, dovrà essere recintata e dotata di acqua; per questo abbiamo bisogno dell'aiuto economico di sponsor che, in cambio di pubblicità, ci aiutino a pagare l'attrezzatura necessaria alla realizzaione del progetto. Ci tengo a sottolineare che quest'area non diventerà un "bagno pubblico" dove portare i cani a fare i loro bisogni, e non sarà tollerata la maleducazione di chi non pulisce dove il loro cane sporca».

Alessandra Dall’Igna - Il Giornale di Vicenza

Dolore per la morte di un cane


Salve Dottore,
mi chiamo A. e ho 28 anni.
Ieri è morto il mio cane, la mia zoe, il cane che ho cresciuto come una figlia, a cui ero legata come fosse una persona… e non mi vergogno di dirlo, anche se so che non tutti capiscono questo tipo di dolore.
Soffriva di crisi epilettiche sporadiche da quasi 2 anni, ma tutte le volte si riprendeva e tornava ad essere la mia zoe, anche se col tempo sembrava invecchiata troppo in fretta, aveva soltanto 5 anni.
Ieri non ce la fatta, ha avuto una crisi più lunga del solito, una crisi infinita, il suo cuoricino non ha retto questa volta e alle 14:00 di ieri ha smesso di battere.
Zoe l’ho trovata 5 anni fa:
era chiusa in un sacco ed era stata lasciata accanto ad un bidone della spazzatura, non aveva ancora una settimana, era ancora ceca.
Io passavo di li per caso e ad un tratto ho sentito guaire. Mi sono sorpresa perchè non vedevo nessun cane, poi ho visto muoversi qualcosa nel sacco, l’ho aperto e ho visto un batuffolo venirmi incontro a stenti, anche perchè non camminava.
L’ho portata a casa mia, ho convinto mia madre a tenerla con noi, avevamo già un altro cane Bleck che era già grandicello.
Da quel giorno lei è stata la mia piccola bambina, piccola solo per me visto che era un incrocio tra un cane di razza corso e un alano.
L’ho amata follemente e l’ho accudita cercando di salvarla dalla morte tante volte, si, perchè la mia dolcissima Zoe ha avuto parecchie malattie, e più volte ha rischiato di non farcela, ma lei aveva voglia di vivere e, grazie all’amore di tutta la famiglia, ce l’ha fatta.
Si è fatta amare da tutti perchè aveva lo sguardo più dolce del mondo.
Dottore, io sto soffrendo troppo, faccio fatica a non piangere.
So che è normale star male, ma la casa è vuota, tutto parla di lei, io non ho dormito questa notte, piango da ieri, ho paura di non aver fatto abbastanza, di non averle dato abbastanza amore.
Mi aiuti perfavore.
Grazie di cuore.
A.


Psicologo:
Il dolore per la morte della sua cagnolina è comprensibile. Gli animali domestici, ed in particolare i cani, diventano, spesso, membri del nucleo familiare a tutti gli effetti. La sofferenza che prova in questo momento fa parte del processo del lutto che si attraversa quando perdiamo o ci separiamo da un affetto, con tutti i sensi di colpa su ciò che riteniamo di aver mancato, come nel suo caso. Processo del lutto che richiede tempo e pazienza, durante il quale il dolore è ineliminabile. La sua sofferenza avrà fine e rimarranno i ricordi dei momenti belli passati con la sua cagnolina.
“Chi non ha mai posseduto un cane non sa cosa significhi essere amato.”
- Arthur Schopenhauer -
Saluti

Disastro Po:Servono volontari per ripulire gli animali coinvolti





L'OIPA chiede la vostra partecipazione per aiutare tutti gli animali in difficoltà:

da domani e nei prossimi giorni, potrete aiutare gli animali ripulendoli dal petrolio assieme alle Guardie Eco zoofile dell'OIPA, in coordinamento con la Polizia Provinciale, all'interno del Parco Lambro. Quelli più bisognosi di aiuto verrano portati all'oasi del WWF.

Raccogliamo perciò le vostre adesioni, chi di voi vuole partecipare può rispondere a questa mail, chiamare in sede o al mio cell: 333 4355927 (anche con un sms).

Grazie a tutti!

Maria Di Palma

Segreteria OIPA Italia Onlus



L'onda nera dal Po verso il mare
Si indaga per disastro ambientale

In meno di tre giorni gli oli inquinanti raggiungeranno l'Adriatico. «L'intero ecosistema a rischio»


MILANO - L'onda nera avanza inesorabile. I migliaia di metri cubi di idrocarburi fuoriusciti dall'ex raffineria Lombarda Petroli della Brianza, anche se in parte contenuti dagli sbarramenti, hanno percorso tutto il fiume Lambro, sono arrivati al Po in provincia di Piacenza, all'alba di martedì arriveranno in quella di Parma e presto, in poco meno di tre giorni, raggiungeranno il mare Adriatico. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che giovedì mattina ha sorvolato la zona interessata dal disastro ambientale, ha spiegato che «la movimentazione lungo il Po ci sarà ancora per 70 ore», poi la chiazza arriverà all'Adriatico. Per questo motivo il ministero dell'Ambiente ha allertato anche la guardia costiera, che è presente con navi davanti alla foce del Po. Allertato anche il servizio disinquinamento marino, che dovrà continuare quando parte della chiazza arriverà nell'Adriatico. La dichiarazione di stato d'emergenza per l'inquinamento del Lambro sarà presentata dal ministro Prestigiacomo al Consiglio dei ministri in programma lunedì prossimo.


LE INDAGINI - Nel frattempo la procura di Monza ha aperto un fascicolo per disastro ambientale e inquinamento delle acque. Secondo indiscrezioni, ci potrebbe essere un giro di speculazione edilizia sull'area della vecchia raffineria. I fratelli Addamiano (Giosuè, Rosario e Matteo), gli artefici di «Ecocity, il più grande progetto multifunzionale della Brianza», originari di Cerignola, in provincia di Foggia, ieri erano irreperibili. Come del resto Enzo Tagliabue, il proprietario della ex raffineria Lombarda Petroli. C'è chi parla di un avvertimento mafioso: le infiltrazioni della ’ndrangheta a Buccinasco sono note, ma anche Desio non è estranea al fenomeno. Il primo punto da chiarire riguarda la quantità di olio combustibile presente nelle cisterne: la Lombarda petroli aveva autocertificato meno di 5 milioni, una soglia che permetteva una semplificazione delle procedure di sicurezza, ma ce n'era molto di più.

GLI INTERVENTI NEL PIACENTINO - Per arginare l'onda nera giovedì pomeriggio sono state realizzate due barriere, una sul ponte provvisorio a Piacenza e l'altra sul San Nazzaro. I vigili del fuoco hanno montato le attrezzature skimmer che, abbinate ad autospurghi messi a disposizione tramite Enia, provvedono ad estrarre la massa oleosa intercettata dalle barriere, per separare l'acqua dagli idrocarburi. L'Agenzia regionale di protezione civile ha emanato l'allerta, con fase di preallarme, a tutti i Comuni rivieraschi, per il divieto di uso e prelievo delle acque. Intanto l'Arpa sta effettuando una serie di campionamenti per controllare e verificare la percentuale di idrocarburi presenti nelle acque del Po, monitorando in particolare la situazione nel ferrarese. Nel pomeriggio sono arrivati a Piacenza il presidente della Regione Vasco Errani e il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso. Nelle stesse ore è stata convocata nella sede della protezione civile regionale, a Bologna, la Commissione regionale per la previsione e la prevenzione di grandi rischi, che riunisce i massimi esperti in materia della comunità scientifica, «per analizzare gli scenari del fenomeno in tutti i suoi aspetti».

L'ULTIMA DIGA - Le tre barriere posizionate nel Piacentino a Emanuella, Cá del Bosco e Boscone Cusani sono risultate efficaci; ora si gioca tutto sullo sbarramento della centrale Enel a Isola Serafini, ultimo presidio strutturale per trattenere e aspirare la maggior quantità possibile di materiale inquinante. Purtroppo l'enorme macchia, molto densa, si è intanto frammentata, rendendo più difficoltose le operazioni di pompaggio. Il Po è in magra, per fortuna, e il livello basso dovrebbe evitare che l'onda si avvicini alle due zone più sensibili, l'impianto di pompaggio della Bonifica a Boretto e l'area di rinaturalizzazione all'Isola degli internati a Gualtieri. Pronti ad intervenire i circa 400 volontari delle associazioni rivierasche di protezione civile. Nelle prossime ore i sindaci emaneranno ordinanze di divieto di prelievo di acque per qualsiasi uso, di pesca e balneazione, mentre l'Arni provvederà a vietare la navigazione nel tratto reggiano del Po.

ECOSISTEMA A RISCHIO - La marea di olio combustibile sta mettendo a rischio un intero sistema ecologico ed economico. «Tutto l'ecosistema fluviale è in pericolo ed ora si pensa anche al Delta del Po, una delle zone umide più importanti d'Italia e d'Europa per la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici», denuncia il Wwf in un comunicato. «Il Delta del Po in questo momento è estremamente vulnerabile - spiega il Wwf - anche a causa del livello delle acque del fiume che permette una connessione diretta con molti rami laterali e con le aree di maggiore interesse naturalistico. In questa stagione, nelle zone umide deltizie vi sono migliaia di uccelli alla vigilia della cova e della stagione di riproduzione: anatre (germani reali, morette, moriglioni, mestoloni, alzavole), aironi (aironi cenerini, aironi bianchi maggiori, garzette, aironi guardabuoi), limicoli (avocette, pantane, piro piro). Inoltre quest'area è fondamentale per la presenza di molte specie di pesci che si riproducono, transitano o trovano qui rifugio come l'anguilla, la cheppia, la savetta, il muggine calamita, o, nelle zone umide tra i canneti, come il luccio e la tinca. Non vanno poi dimenticati anfibi e rettili come ad esempio la testuggine palustre». Il Wwf si augura quindi che vengano adottate tutte le misure necessarie ed utili a scongiurare che l'ondata di petrolio arrivi al Delta del Po, altrimenti gli effetti su golene, canneti di foce, lagune e tratti costieri potrebbero essere devastanti.

Processo per maltrattamento animali - Negata costituzione parte civile alle associazioni


Processo per maltrattamento animali - Negata costituzione parte civile alle associazioni

La Voce di Manduria L’udienza di ieri contro il gestore del canile di Manduria, Claudio Carrozzo, gestore del canile sanitario di Manduria e in quella veste imputato del reato di maltrattamento di animali, si è conclusa con una prima sconfitta per gli ambientalisti che si sono visti respingere la richiesta di parte civile e l’eventuale risarcimento dei danni dall’imputato. L’istanza era stata presentata dall’associazione animalista «Gaia» di Manduria e da un altro soggetto privato. La loro richiesta, a dire dell’avvocatessa Giusy Distratis, difensore della presidente di Gaia, Luigia Parco, era motivata dal fatto che ogni associazione di difesa degli animali sarebbe per definizione persona offesa dal reato, per cui anche Gaia avrebbe titolo alla costituzione di parte civile. L’avvocato Luigi Stano, a sua volta difensore della signora Anna Dimilito, pretendeva la richiesta di risarcimento dei danni in quanto avrebbe adottato un cane ricoverato presso il canile comunale.

La difesa dell’imputato, invece, si è opposta all’ammissione delle parti civili in quanto, ha sostenuto l’avvocato Giovanni Luigi De Donno che difende l’imputato, «sia l’associazione Gaia, sia la Dimilito, non rivestono la qualità di persone offese del reato, tanto che non erano state neppure citate come tali dalla Procura di Taranto. Inoltre – ha fatto notare il legale di Carrozzo – la richiesta di ammissione era stata formulata tardivamente in quanto si era già celebrata la prima udienza dibattimentale perchè quella ieri era già dedicata allo svolgimento dell’istruttoria». Dopo una lunga camera di consiglio, il giudice, Mazzuti, ha accolto le eccezioni della difesa in ordine alla tardività della richiesta di ammissione delle parti civili ed ha rinviato il processo perché i testi d’accusa erano assenti, differendo l’udienza al 15 aprile prossimo.

Chef cucina un topo in un reality show


Dopo la denuncia per aver fatto strage di insetti, il reality britannico “I’m a Celebrity, Get Me Out of Here”, corrispettivo inglese de “L’isola dei Famosi”, fa ancora parlare di sé per aver maltrattato degli animali.

Questa volta, la vittima del programma è un topo della giungla.

Ad annunciarlo è Yahoo: il vincitore della nona edizione del reality Gino D’Acampo, chef italiano nato a Torre del Greco ormai da tanti anni in Inghilterra, sarà processato il 3 febbraio 2010 per rispondere di maltrattamento di animali.


D’Acampo, insieme all’attore e concorrente del reality Stuart Manning, per resistere sull’isola e vincere la fame ha chiesto alla produzione del programma di poter uccidere e mangiare un ratto.

Nonostante tutto ciò abbia sconvolto l’intera Australia, la nazione che ha fornito le location per il programma, la produzione ha acconsentito alla richiesta dei due disperati: lo chef campano ha realizzato un piatto che lui stesso ha definito “risotto al ratto”.

Ma questa vera e propria crudeltà è stata segnalata dalla Rspca, l’organizzazione australiana per la protezione degli animali, e da ITV1, la televisione britannica che aveva già informato i telespettatori sulla strage di insetti.

Per questo motivo, entrambi i naufraghi saranno processati in tribunale. Secondo David O’ Shannessy dell’organizzazione Rspca, bisogna tener conto anche della presenza delle telecamere come aggravante:
Uccidere un topo è inaccettabile. Ed è stato fatto unicamente per le telecamere!

Reggio Calabria:ancora orrore e maltrattamenti




26.02.2010 QUESTA E' LA MACABRA SCOPERTA DI DUE VOLONTARIE MENTRE PORTAVANO A PASSEGGIO I CANI...QUESTA CREATURA PROBABILE MOLOSSOIDE) E' STATA BRUCIATA VIVA..SIAMO SEMPRE PIU INDIGNATI!!!!!!!!!!!!!!!!!!BASTA CON QUESTI MALTRATTAMENTI E UCCISIONI DI ANIMALI..FATE GIRARE E GIRARE queste foto ANCHE SE ORRIBILI, QUESTO SCHIFO DEVE FINIRE...MA TANTO IN ITALIA SI PARLA E NON SI FA MAI UN CAZZO!!!!!!SCUSATE EHH!!

E' stato salvato il randagio intrappolato nella tagliola


La Voce di Manduria E' stato liberato il meticcio bianco che era rimasto intrappolato in una tagliola. Sono stati due ragazzi di Manduria ad avvicinarlo e a portarlo dal veterinario che l'ha curato


Il cane prima di essere liberato dalla tagliola

MANDURIA – E’ salvo il randagio rimasto con la zampa intrappolata in una tagliola piazzata impunemente in un giardino privato di Manduria per catturare una volpe che minacciava un pollaio. L’animale che si trascinava da giorni il terribile arnese (nella foto il particolare della tagliola tolta dal veterinario Giulio Pignatelli), è stato salvato dai giovani manduriani, Maria Grazie De Carlo e Alessio Giammarino che sono riusciti ad avvicinarlo e a portarlo dal veterinario. Il medico dopo aver liberato la zampa ha curato per due giorni il meticcio che è stato consegnato guarito ai suoi salvatori. Ora il cane si trova nuovamente libero nel suo quartiere (Poverella-Meschinella) dove si è ambientato. Lo stesso rione dove è rimasto intrappolato dalla morsa d’acciaio che il dottore Pignatelli ha voluto conservare per un futuro “museo degli orrori” in allestimento. La liberazione del randagio è stata comunicata dagli attivisti di Gaia che per questo caso erano stati già contattati dalla Lav regionale.

fonte:www.lavocedimanduria.it


Il terribile arnese e la ferita procurata alla zampa

Tags: manduria, randagio, tagliola

L'ORRORE DEGLI ALLEVAMENTI PER LE PELLICCE SVELATO DURANTE LA SETTIMANA DELLA MODA 2010


23 febbraio 2010

Animal Defenders International e AgireOra Network organizzano la proiezione pubblica di una scioccante investigazione sotto copertura.

Conferenza stampa aperta al pubblico:
Dove: Spazio eventi Mondadori Multicenter, corso Vittorio Emanuele II, ang. Galleria del Corso, Milano
Quando: Venerdì 26 febbraio 2010 alle 11.15

Il 26 febbraio verrà diffuso in Italia un nuovo dossier e un video inedito sull'industria della pelliccia, intitolato "Un prodotto insanguinato - il vero costo della pelliccia", che rivela le orribili condizioni in cui sono tenuti gli animali in 30 allevamenti in Finlandia (un esempio tipico, perché tutti gli allevamenti sono uguali, in tutto il mondo).

Il video e il dossier saranno lanciati a Milano da Animal Defenders International - ADI e dal network animalista AgireOra. Helder Costantino di ADI e Marina Berati di AgireOra interverranno alla conferenza stampa per illustrare i risultati dell'investigazione e chiedere un divieto totale degli allevamenti di animali per la pelliccia in Italia.

Lo straziante reportage mostra animali con ferite aperte e infette; evidenti segni di infezioni non curate; occhi infetti, o mancanti; code strappate a morsi; zampe deformate e ferite; gengive gonfie in modo patologico per una malattia diffusa, che rende difficile e doloroso bere e mangiare; cuccioli con le zampe intrappolate nella rete metallica delle gabbie; gabbie e altre strutture danneggiate e pericolose; ciotole per l'acqua vuote, sporche, rotte; una diffusa sofferenza degli animali, e mancanza di cure.

Il video mostra che le affermazioni dell'Associazione Pellicciai finlandese secondo cui "Tutti gli animali da pelliccia in Finlandia sono allevati in modo da rispettare il loro benessere", semplicemente non riflette la realtà, e nasconde la sofferenza di questi animali.

Il lancio di ADI e AgireOra Network coincide con la Settimana della Moda (24 febbraio - 3 marzo 2010) e ha lo scopo di portare gli stilisti faccia a faccia con la realtà delle pellicce, in particolare quelle di volpe, il cui mercato è dominato dai produttori finlandesi.

In Italia, il fatturato delle vendite di pellicce è diminuito del 7% dal 2007 al 2008 (da 725 milioni di euro a 675 milioni di euro) e, secondo il report del 2008 dell'Associazione Italiana pellicceria, ci si aspettava dal 2008 al 2009 una diminuzione di un ulteriore 9%. Il numero di animali allevati in Italia per le pellicce è passato da 250.000 nel 2002 (dati della Camera di Commercio) ai 150.000 del 2008 (dal report 2008 della European Fur Breeders' Association).

Nel mondo, la vendita di pellicce è diminuita del 13,25%, passando da 15,02 miliardi di dollari nel 2007 a 13,03 miliardi nel 2008.

Il Direttore Esecutivo di ADI, Jan Creamer, afferma: "Nonostante i consumatori stiano voltando le spalle sempre di più alla pelliccia, alcuni esponenti dell'industria della moda hanno deciso di chiudere i loro occhi e i loro cuori alla verità sulla produzione di pellicce. Questa investigazione vuole risvegliare le coscienze - non è più accettabile ignorare la sofferenza, e gli stilisti devono prendersi le proprie responsabilità per il modo in cui le pellicce vengono prodotte. I clienti degli stilisti che usano la pelliccia nei loro prodotti sarebbero sgomenti nello scoprire il modo inumano e cruento in cui sono trattati gli animali la cui pelle viene usata nelle collezioni di moda. Speriamo sinceramente che il nostro dossier fornisca a tutti le evidenze necessarie a fare una scelta realmente informata sull'utilizzo di pelliccia vera nella moda".

"Anche se l'uso della pelliccia intera è sempre meno diffuso" dichiara Marina Berati, di AgireOra Network, "moltissimi animali vengono fatti soffrire e morire per servire da decorazione a cappotti e giubbini, in forma di colli, polsini e altri inserti. Non perché i clienti lo richiedano, ma perché gli stilisti e chi progetta i capi d'abbigliamento hanno deciso così. Occorre dunque rifiutare questa 'moda' fatta di morte, e non comprare mai nulla con inserti in pelliccia, anche quando sembra finta, perché non lo è quasi mai, sono animali uccisi".

L'allevamento di animali per le pellicce è vietato nel Regno Unito, in Austria e in Croazia. La Danimarca ha vietato l'allevamento di volpi e nei Paesi Bassi è in corso di discussione in Parlamento una legge che mette al bando tutti gli allevamenti per le pellicce. L'UE ha vietato l'importazione e la vendita di prodotti di foca e in Israele il Knesset sta discutendo una legge per vietare l'importazione, esportazione e vendita di tutte le pellicce.

DATI SULLA PRODUZIONE DI PELLICCE

Vengono usate le pelli di 15-20 volpi o 60-80 visoni per una pelliccia. Le volpi in natura vivono 3-4 anni (ma possono arrivare anche a 10 o 15) e i visoni vivono 8-10 anni, mentre negli allevamenti tutti gli animali vengono tenuti in vita 8 mesi. Ogni anno vengono fatti nascere nuovi cuccioli, e quelli che non hanno la pelliccia della qualità adatta vengono subito uccisi.



Animal Defenders International:

Animal Defenders International è nata per informare, creare consapevolezza e alleviare la sofferenza degli animali e lavora per proteggere gli animali selvatici e l'ambiente attraverso le sue sedi di Londra, San Francisco e Bogotà.

http://www.ad-international.org

AgireOra

AgireOra Network è un insieme di iniziative, campagne, progetti e consulenti per la difesa degli animali. Tutti gli animali, senza distinzione di specie, come indica il nostro logo: una mano umana che fa un patto di aiuto e amicizia con la zampa di un cane (a simboleggiare gli animali d'affezione) e quella di un bovino (a simboleggiare gli animali d'allevamento e in generale tutti gli animali "usati" dagli umani).

AgireOra Network fa informazione e incentiva e fornisce strumenti per l'attivismo animalista. Sono queste le due anime del progetto: l'informazione per chi "non sa" e l'attivismo per chi sa già ma vuole aiutare gli animali in prima persona.

AgireOra ha sede a Torino ed è attivo in tutta Italia grazie alla rete di attivisti in contatto quotidiano attraverso Internet.

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Usa: la Peta sceglie Tiger Woods per spot su sterilizzazione animali domestici


Usa: la Peta sceglie Tiger Woods per spot su sterilizzazione animali domestici
26 Febbraio 2010, 11:00

LONDRA - Tiger Woods testimonial "involontario" della Peta. L'associazione animalista avrebbe deciso di usare l'immagine del golfista per la nuova campagna, dedicata alla sterilizzazione degli animali domestici. Nel manifesto, come anticipato dal sito Tmz, comparirebbe l'immagine di Woods e la scritta "troppo sesso può far male anche per i piccoli tigrotti. Aiuta il tuo gatto e il tuo cane a stare fuori dai guai. Sterilizzalo". Per il via libera alla campagna bisognerà però aspettare l'assenso dei legali del golfista. (RCD)

AGGIORNAMENTI: DALLA CALABRIA CON DOLORE‏




23/02/010

Piccolo aggiornamento su Shila.
La cagnolina sta reagendo bene alla terapia. Il veterinario tuttavia è
contrario a farle affrontare un viaggio (per eventuale adozione o stallo
anche presso associazione, almeno fino a quando i suoi globuli rossi non
arriveranno a 4 milioni di globuli rossi.
Il vero problema di Shila comunque non sembra essere la Leihsmaniosi ma la
grave infezione alla pelle.
Per questo motivo, almeno fino a quando non starà meglio con l'infezione,
sarà preferibile per Lei non essere esposta ad ambienti polverosi o sporchi.
Abbiamo avuto diverse richieste da parte di associazioni per adottare Shila,
alcune molto buone visto che si occuperebbero anche di trovare un buon
padrone.Vi terremo aggiornate anche su questo lato della nuova vita di
Shila.
Con Fido nel Cuore e Francesca ringraziano sentitamente La Signora Paladino
Eleonora che ha deciso di adottare anche la seconda cucciola evitando così
che le due sorelline si separassero.
Purtroppo invece le notizie da Badolato sono pessime.

Ricordate la storia dei 5 cani abbandonati dalla pseudo volontaria amica di
Cossari? Beh a parte una femminuccia che ha trovato adozione per gli altri
4
è stata una giornata tremenda.
Sono stati trasportati lontano dal loro abituale posto di stazionamento per
cercare di allontanarli dal paese....
Tre sono stati ritrovati ma Bruno, un meraviglioso e mitissimo pastore
maremmano è attualmente disperso.
Con Fido nel Cuore ha deciso di querelare e denunciare le persone che si
sono rese punibili di tale reato. Perché di reato si parla.
E questa volta non soprassiederemo in favore di una pace tra paesani che
loro per primi hanno voluto violare!!!!!
La nostra denuncia sarà anche cautelativa visto che a questo punto ci
aspettiamo di tutto compreso l'avvelenamento dei 4 malcapitati!!!!!
Vi prego continuate a girare per la loro adozione! Sono abituati in casa:
Bruno, Rosa, Tobia e Camilla.

SALVE A TUTTI. SHILA STA MEGLIO, FRANCESCA CONSOLE OGGI E' ANDATA A VEDERLA E CI HA REGALATO QUESTE FOTO. MI HA RACCOMANDATO DI FARVI NOTARE CHE E' PICCOLA, MOLTO PICCOLA DI TAGLIA. E' DISPERATA COEM ME PERCHE' BISOGNA PORTARLA VIA DALLA CLINICA MA ANCORA NON E' IN GRADO DI VIAGGIARE. IL SUO PRURUITO QUASI SPARITO, ANCORA DEBOLE MA REAGISCE BENE ALLA TERAPIA. NECESSITA DI TANTO AMORE E DI CURE GIORNALIERE. AL MOMENTO SIAMO SULLA SPESA DEI 500€ INCLUSE LE 100€ DI ACCONTO. TRA LA POST PAY E I BONIFICI SE LA DIMETTIAMO LUNEDI C'E' LA FACCIAMO. MA DOBBIAMO TROVARLE UNA CASA E PAGARE ANCHE IL VIAGGIO IN AEREO CHE NON POTRA' ESSERE IN STIVA MA ACCOMPAGNATA IN CABINA. PRESUMO ALTRE 200€ DIPENDE DOVE TROVEREMO LA PERSONA GIUSTA CHE LA OSPITERA'. HO UNA SERIE DI EMERGENZZE MA SOPRATUTTO DEVO PORTAR VIA DA QUESTO MALEDETTO POSTO 4 CANI, DI CU DUE GIA' ADOTTATI. SONO AL COLLASSO PSCOLOGICO ED ECONOMICO. HO BISOGNO DI RICHIEDERE IL VOSTRO AIUTO SIA ECONOMICO CHE DI CODNIVISONE PER TOBIA, PERLA E ROSA. DEVONO LASCIARE QUESTO PAESE O FARANNO LA FINE DI BRUNO E IO NON POSSO PERMETTERLO
VI RICORDO POST PAY E IBAN MA VI PREGO PRIAM DI TUTTO CONDIVIDETE ROSA, TOBIA E PERLA. SONO URGENTI
IT38 T 06055 03200 000000024629 CON FIDO NEL CUORE CAUSALE BADOLATO
POST PAY COSSARI FRANCESCA 4023 6005 6500 0181





Ragazze, ecco gli aggiornamenti sul cane della Calabria le cui foto terribili sono girate proprio stamattina. Per fortuna ora è al sicuro e verrà curato. Dobbiamo però aiutare Francesca a pagare tutte le spese. Vi ricordo le sue coordinate:

NUMERO IBAN: IT32L0616003211000001962C00 SPECIFICARE NELLA CAUSALE: CALABRIA DOPO AVER FATTO LA DONAZIONE SCRIVETELE (francy73bo@hotmail.it)

Mandatele quello che potete. Anche pochi euro. Grazie!

Simona

Testimonianza: passante blocca, insultandolo, un ciclista che tenta di prendere a calci un cane


Testimonianza: passante blocca, insultandolo, un ciclista che tenta di prendere a calci un cane
Qualche giorno fa, mi è capitato di assistere ad una scena che, da volontario animalista quale sono, non posso negare avermi divertito, passato il momento di tensione “in loco”. Voglio quindi testimoniare un episodio che seppur intriso di una certa volgarità, va comunque interpretato come un puro gesto di cività.

Sono in giro per lavoro e sto percorrendo in macchina una via periferica di un paese dell’hinterland milanese. La via è larga,ma poco trafficata, almeno nell’ora in cui ci passo io, all’incirca le tre di pomeriggio. Quasi alla fine della suddetta via incrocio sul ciglio della strada un cagnolino, un incrocio bassotto che si nota subito essere abbastanza anziano. Mi fermo a “controllare” la situazione, cerco cioè di scoprire se quel cane è di qualcuno o si è perso; si vede subito che è pur anziano gode di ottima salute, possiede un collare e trotterella incoscientemente sul ciglio della strada.

Appena parcheggiata l’auto però, nell’unico spazio vicino esistente, l’avventuroso bassotto attraversa allegramente la via, avvicinandosi a dei sacchi della spazzatura depositati sul marciapiede adiacente alla corsia opposta. Nel frattempo, a fianco a me, che sono ancora dall’altra parte della strada, mi sorpassa un ciclista, un extracomunitario non saprei dire di dove, se non limitandomi ad attribuirgli la provenienza dalla zona Nord-Africana. Il cagnolino nel frattempo è intento ad annusare i sacchi, che per qualche motivo avevano destato la sua curiosità.

Il ciclista, improvvisamente ed apparentemente senza nessuno scopo particolare, attraversa anch’egli la strada, transita vicino al cane e scalcia contro di lui, scena che ho visto coi miei occhi da circa 6-7 metri di distanza. Il cane, che data l’età e la stazza non avrebbe dovuto essere troppo agile, sorprende sia l’attentatore che me, spostandosi di lato una frazione di secondo prima che gli arrivasse il calcio, evitando così qualunque danno. La schivata però causa il suo “ritorno” sulla strada, visto che i sacchi della spazzatura erano stati appoggiati vicino ad un albero presente sul marciapiede. Tutto si svolge a dir tanto in 3 secondi netti a dir tanto; il bassotto in strada mi distrae dal nervoso che mi stava salendo e mi sposto anche io in mezzo alla strada per segnalare ad un paio di auto che stavano sopraggiungendo in quel momento la presenza del cagnolino sulla carreggiata. Le auto rallentano, ma il ciclista però non se n’è ancora andato. A dir la verità stavo per urlargli dietro io qualcosa di assolutamente non ripetibile, ma qualcuno mi precede.

“Che c.. lo prendi a calci , str..!” “vieni quà b… che ti faccio vedere io! ” e altre espressioni decisamente più pesanti giungono da dietro di me, un passante, un uomo sulla trentina, sul lato opposto rispetto a dove eravamo il bassotto io e il ciclista, ha notato la scena ed evidentemente la cosa non gli è andata giù.

A questo punto l’extracomunitario inverte il senso di marcia ri-attraversa la strada e punta dritto verso il passante, che non si sposta di un centimetro. Ero già pronto ad assistere ed eventualmente anche ad intervenire in una rissa ( per fermarla, ovviamente), ma straordinariamente non succede assolutamente niente, i due si squadrano per circa due secondi, nel mentre che la bici si avvicina al pedone, che tra l’altro inizia anch’egli a camminare; si sfiorano, s’incrociano, ma neanche una parola o un gesto, per fortuna.

Io sono ancora in mezzo alla strada, nel frattempo il bassotto ha cambiato lato per l’ennesima volta, lo seguo, provo ad avvicinarmi ma mi ringhia, se ne va ed entra dentro un cortile di un capannone.

A questo punto ritorno al mio obiettivo originale, vale a dire cercare di capire se quel cane fosse di qualcuno o sia stato perso od abbandonato. Il capannone è un’officina meccanica dalla quale esce un signore anziano, gentilissimo, mi spiega che il cane è suo, l’ha trovato per strada e se l’è tenuto; io gli faccio presente che anche io l’ho “trovato” per strada e che ha rischiato grosso, ma mi viene ribattuto che di solito non esce e che ha anche provato a legarlo per non farlo andare troppo in giro, ma il cane non sta assolutamente con una corda al collo e si agita troppo, al punto di provocarsi delle ferite da solo. Poi mi ringrazia e io me ne vado.

Uscendo, cerco ovviamente il passante che ha impedito con i suoi opportuni improperi, la violenza sul cagnolino, ma è sparito, entrato probabilmente in qualche condominio vicino, la via ne è piena. La cosa mi è dispiaciuta un po’, avrei voluto ringraziarlo e scambiarci quattro parole.

Di tutta la faccenda resta comunque oscuro il motivo dell’aggressione gratuita ad un animale che era lontano dall’aggressore, che non stava facendo alcun danno, non stava nemmeno abbaiando ( come se poi questo fosse un motivo per poterlo prendere a calci). La natura extracomunitaria dell’individuo probabilmente c’entra relativamente o per nulla, in Italia siamo pieni di violenze sugli animali perpetrate da nostri concittadini, anche se sarebbe preferibile non lo fossero.

A.S.

fonte:http://www.newnotizie.it

Cane anti-bomba decorato per meriti di guerra


24 Febbraio
Treo, un Labrador nero annusa-bombe di 9 anni è stato decorato nel Regno Unito per meriti di guerra in Afghanistan. Il cane è stato insignito della “Dicken Medal”, una medaglia istituita fin dal 1943 per onorare il coraggio e l’impegno degli animali in tempi di guerra. E’ la più alta onorificenza a cui un animale possa aspirare. Fino ad oggi, la medaglia è stata assegnata a 63 animali fra cui 32 piccioni viaggiatori, distintisi nella Seconda guerra mondiale, tre cavalli e un gatto.

Durante i pattugliamenti con i soldati sul fronte afgano nel 2008, Treo ha svolto un ruolo di primo piano nell’aiutare a scoprire ordigni esplosivi nascosti dai talebani. Treo e Dave Heyhoe, il sergente che lo aveva in dotazione in Afghanistan, sono stati gli indiscussi protagonisti degli show radiofonici e televisivi del mattino.

Nel pomeriggio è in programma la cerimonia di premiazione all’Imperial War Museum di Londra dove Treo riceverà la medaglia direttamente dalle mani del Lord Mayor of London, una delle massime autorità cittadine. Heyhoe ha definito Treo un «metal detector a 4 zampe» e un «mio grande amico».

Macchinista frena il treno e salva cucciolo incatenato alle rotaie


E’ una bella notizia anche se incredibile e che ha del miracoloso: un cane, un cucciolo battezzato con il nome di Gastone dai suoi soccorritori, imprigionato con una catena ai binari della linea Genova- Torino viene salvato dal macchinista Sergio Grosso che si accorge di lui e che grazie alla sua bravura riesce a fermare in tempo il treno, l’interegionale 2043, partito ieri mattina da Torino e diretto a La Spezia.

Sono le 7,30 di ieri mattina quando Sergio Grosso, sporgendosi da finestrino incrocia lo sguardo terrorizzato del cane imprigionato da una grossa catena sulle rotaie che il suo treno sta percorrendo all’altezza del bivio per Fegino. La catena blocca anche uno scambio e così entra in funzione il sistema di sicurezza che fa rallentare il treno.
Sergio Grosso dice:

Non scorderò mai il terrore che quel cucciolo aveva dipinto negli occhi.

Dai primi rilievi è stato accertato che la catena avrebbe potuto anche far deragliare il treno e ovviamente il cane non si è legato da solo ai binari. La Polizia ferroviaria, intanto, indaga contro ignoti.

I ferrovieri non sono nuovi a questo genere di salvataggi. Due anni fa il capotreno Cesare Monti, fermò il convoglio su cui era in servizio, all’altezza di Genova, per soccorere un cane ferito trovato dopo una segnalazione della polizia ferroviaria

fonte:http://www.ecoblog.it
giugno 2009

E' morto Ezio, cane famoso


Mirko Dettori, musicista bresciano, piange la morte del suo cane Ezio. E assieme a lui anche tanti, tantissimi cittadini che hanno imparato a conoscere il cane che accompagnava sempre il suo padrone nei locali della città.

Animale docile, molto tranquillo, era benvoluto da tutti coloro che lo incontravano nelle serate bresciane del suo padrone. Per Ezio il Lio Bar ha organizzato una festa di compleanno con tanto di torta (fatta di cibo per cani). Ezio ha anche un gruppo su Facebbok che annovera 451 iscritti. Ezio domenica se n'è andato, soppresso dal veterinario a causa di un tumore degenerativo che lo stava facendo soffrire.

Ecco ciò che scrive di lui Mirko Dettori:
«Cane simpatico e discreto, ha partecipato a spettacoli musicali, manifestazioni pubbliche e produzioni cinematografiche.

In particolare ha condotto la prima edizione del Botti & friends al cinema Bertol di S.Eufemia nel 2005; ha recitato nei film "Assassinio asimmetrico", "Quel diavoletto di Angelino" e "Bloody Pizza"; ha vinto due coppe come cane più simpatico dell'anno nel 2000 e nel 2002 e una come miglior classificato della categoria anziani nel 2008 alla Festa del Bastardino dell'ATAR, il canile che gli diede i natali; insieme all'ATAR è stata organizzata una festa di beneficenza in occasione del suo decimo compleanno al Lio Bar di Brescia con giochi per cani e pappe premio; in quella circostanza sono state stampate 150 magliette di Ezio create dal designer Paolo Pastore.

Ha vissuto una vita libera e sociale, frequentando parchi e locali notturni, girando senza guinzaglio e comportandosi da vero signore.»

Treviso, animali non ammessi: ragazza cieca con cane lasciata fuori da un bar


TREVISO (25 febbraio) – Non la lasciano entrare nel bar, lei è una ragazza cieca ed è guidata dal suo cane, ma nel locale gli animali non sono ammessi. E' accaduto nel cento di Treviso dove le è stato impedito di salire al piano superiore per uno spuntino con alcune colleghe di lavoro. Lei ha presentato un esposto ai vigili urbani e i titolari si difendono: «In sala non sono ammessi animali, non l'abbiamo cacciata».

L'episodio, che risale al 20 gennaio scorso, è stato reso noto dall'Unione Ciechi della città alla Tribuna di Treviso. La ragazza, che ha 30 anni e lavora in centro, era andata con il suo fedele Mayla, il labrador retrivier che la segue ovunque, in un noto locale di piazza dei Signori insieme a tre colleghe. Quando ha imboccato le scale per salire al piano superiore, il titolare l'ha bloccata a causa della presenza del cane, nonostante il fido Mayla avesse tanto di pettorina con la croce rossa stampata sopra.

«Siamo soliti far entrare tutti cani, ma fino al bancone - spiega il titolare alla Tribuna - Al piano di sopra no, tra l'altro quello era un momento in cui la sala era piena. In più la signora era insieme a tre vedenti e poteva farsi accompagnare da loro».

La ragazza e il suo cane-guida hanno la vita abbastanza difficile nei bar di Treviso: lei stessa racconta di altri «sgradevoli» episodi avvenuti in altri locali pubblici dove è stata fatta entrare con Mayla solo dopo dettagliate spiegazioni e, a volte, con la minaccia di chiamare i vigili.

fonte:http://www.ilmattino.it

Orlando, orca assassina uccide addestratrice


Tragedia a Orlando, nel parco di divertimento Seaworld: una addestratrice di orche è stata trascinata nella vasca e uccisa dall’animale davanti agli occhi inorriditi di un gruppo di persone, poco prima dell’inizio di uno spettacolo. Il presidente del parco ha detto che la addestratrice uccisa «era una delle più esperte» del centro. La polizia ha aperto una indagine per chiarire tutte le circostanze dell’incidente.

Seaworld è stato parzialmente chiuso: le orche assassine sono tra le maggiori attrazioni del parco e i loro show avvengono di solito in una vasta piscina, lo Shamu Stadium, davanti a migliaia di persone. Una testimone ha detto che la donna aveva appena finito di spiegare a un gruppo di persone, poco prima dell’inizio di uno spettacolo, quanto sarebbe accaduto successivamente nello show. «L’orca è balzata fuori dall’acqua e l’ha afferrata alla vita e ha cominciato a scuoterla. Una delle sue scarpe è volata in aria». È scattato immediatamente l’allarme. Tutti i presenti sono stati evacuati dall’arena. Ambulanze e vigili del fuoco sono arrivati sul posto In cinque minuti ma la donna era già morta. L’orca assassina, un maschio di 30 anni di nome Tillikum, è stato al centro di altri due incidenti, il primo nel 1991 al Sealand of The Pacific in Canada quando aveva fatto annegare il suo addestratore, l’altro nel 1998 quando un senzatetto aveva scavalcato di notte i bordi della vasca ed era stato trovato l’indomani senza vita sulla schiena dell’animale.

fonte:http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com