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Serial killers di cani e gatti : attenzione

ROVERCHIARA (VR). Denuncia della proprietaria di un cane in via Leopardi
Avvelenatori sempre più cinici Esche in un giardino privato
Allertati il veterinario e le guardie provinciali che hanno confermato il grave rischio per animali e uomini

Roverchiara (VR) - Esche avvelenate per uccidere un cane. Non è una novità, soprattutto nel Basso veronese. A Roverchiaretta, però, sembra essere arrivato un salto di qualità inquietante: un pezzo di carne imbottito di pastiglie di veleno per topi non è stato seminato in aperta campagna ma direttamente nel giardino di un’abitazione privata di via Giacomo Leopardi. L’obiettivo dichiaratyo sembra essere un cane meticcio di piccola taglia, di proprietà della famiglia che vive nella casa. Anche perché non è la prima volta che in quel giardino vengono trovate polpette avvelenate: era già accaduto tre mesi fa, anche se allora l’«avvertimento» era stato liquidato come uno scherzo di pessimo gusto.
L’ultimo boccone era assai pericoloso non solo per il cane - il quale, se lo avesse ingoiato, sarebbe certamente morto tra atroci sofferenze - ma anche per uomini o, peggio, bambini. Nel pezzo di prosciutto lungo poco meno di dieci centimetri, infatti, erano state nascoste una ventina di pasticche di un potente veleno per topi. A confermarlo è stato il veterinario, al quale la proprietaria del cane si è rivolta, ed il tecnico di una ditta di derattizzazione che ha esaminato le pasticche.Una volta accertata la pericolosità dell’esca è stato gioco forza allertare le guardia provinciali ed il presidente legnaghese della Lega nazionale per la difesa del cane, Emanuele Falcone che ha sollecitato una denuncia da parte della proprietaria del cane. Entrambi i sopralluoghi, infatti, hanno portato ad una convinzione: qualcuno voleva uccidere l’animale. Il quartiere nel quale è avvenuto il fatto è composto da villette singole ed è in una strada chiusa nella quale si arriva solo se la méta è una delle abitazioni. R.L.


Killer dei gatti colpisce a Buti proiettile in testa ad un micio
BUTI (PI). C’è un killer dei gatti anche a Buti, oltre che in Versilia come è emerso in questi giorni. Ne è sicura Antoneta Dimitrova, che abita a Buti, in via Mariannini. «Ho trovato uno dei miei gatti ucciso per strada - racconta la donna -. Ho capito subito che non era stato investito da una macchina e poi abbandonato nella strada del centro storico». Il micio aveva una ferita alla testa, compatibile con quella che potrebbe causare un’arma. La cittadina, da tutti conosciuta in paese per il suo amore verso i gatti, ha fatto di più. Ha voluto sapere con certezza cosa era successo al suo gatto. «Sono andata da un veterinario a Fornacette e, dopo l’autopsia, ho avuto le risposte che cercavo. Il gatto è stato ucciso da un proiettile che lo ha raggiunto in mezzo alla testa. Sono rimasta sorpresa e amareggiata da questo fatto. Le radiografie hanno mostrato subito che si trattava di una ferita d’arma. È stato anche recuperato il proiettile sparato con una pistola o una carabina ad aria compressa. Sono veramente indignata e voglio che tutti sappiano cosa è successo». Dimitrova, che non è la prima volta che si trova a denunciare violenze sugli animali, si è poi rivolta all’associazione Dav intenzionata a denunciare il caso. «Siamo di fronte all’ennesimo atto di inciviltà e di violenza gratuita - dice il presidente dell’associazione Alessio Giani - che non può essere altro che stigmatizzato dalla comunità di Buti». Giani promuove una taglia di 500 euro affinché vengano forniti elementi utili a individuare l’autore dell’inqualificabile gesto. «Confido nella professionalità delle autorità competenti che seguiranno il caso - dice Giani -. La situazione delle colonie feline sta degenerando, in quanto non ci sono piani di intervento per il contenimento, se non da parte dei volontari impegnati quotidianamente in tal senso». Un appello accorato viene inviato dalla Dav a tutti i cittadini affinché aiutino a individuare, anche con segnalazioni, l’autore della violenza. Alle autorità l’associazione chiede di vigilare «su chi ritiene legittima la persecuzione degli animali». S.C.


Alà dei Sardi (OT) - Da qualche mese ad Alà dei Sardi un misterioso uccisore (o avvelenatore) di gatti, cani e uccelli agisce indisturbato nella zona tra via Genova, via Piemonte e le nuove case popolari. Questa inqualificabile persona ha fatto piazza pulita di almeno il 70% della popolazione di gatti e cani della zona, sia domestici, sia randagi. Mentre i gatti non hanno mai fatto (e non fanno) ritorno nelle case e sono letteralmente scomparsi nel nulla, numerosi cani sono visibilmente morti avvelenati in agonia. In quanto ai volatili, da un po’ di tempo nella zona si assiste ad una pioggia ‘biblica’ di corvi, cornacchie e altri volatili grandi e piccoli, ritrovati di continuo nei cortili, giardini e per le strade, come si suol dire ‘morti stecchiti’. Al di là della valenza affettiva degli animali uccisi, della crudeltà inaccettabile e delle azioni illegali di questa persona, se il misterioso avvelenatore sparge in giro per prati, giardini e spiazzi bocconi di cibo intriso di chissà quale veleno, non si può escludere un pericolo per i bambini della zona, che giocando potrebbero raccogliere e assaggiare i bocconi con conseguenze a dir poco tragiche. Nella speranza che le indagini facciano il loro corso in seguito alle segnalazioni, voglio esortare gli abitanti di Alà, in particolare della zona suddetta, a riferire senza indugio ai Carabinieri, ai Forestali e alle autorità, locali e non, qualsiasi comportamento sospetto notato in persone che abitano nella zona delle uccisioni, e a denunciare qualsiasi fatto -relativo a questi crimini- di cui siano a conoscenza, come segno di civiltà. Alla persona autrice di queste stragi voglio invece augurare la punizione che merita. Lettera firmata Alà dei Sardi


Due taglie da mille euro per scoprire i barbari che uccidono cani e gatti
PISA. Cani e gatti, si sa, di solito non vanno d’accordo. Ma c’è qualcuno che ama entrambe queste razze di amici dell’uomo, e non riesce a trattenere la propria rabbia quando vede che sono maltrattati o uccisi. E’ il caso di Gabriella Gentili, ex titolare della Gentili Farmaceutici ed ex proprietaria del Pisa Calcio. Lei vive con un gran numero di gatti, e molti altri li assiste con donazioni ai rifugi. E suo figlio Maurizio ha fatto il suo cane Gunther, sette anni fa, presidente onorario del Pisa, ma soprattutto ha dato il suo nome alla multinazionale dello spettacolo e dei media che poche settimane fa ha rilevato il 30% dell’Unità. Gabriella Gentili non si dà pace, da quando ha letto dei cani avvelenati a Filettole (Pisa) e dei gatti vittime di un cecchino a Viareggio. E ieri ha deciso di scendere in campo, nel suo modo irruento: «Spero che le persone che hanno commesso questa barbarie finiscano in galera. E metto una taglia, anzi due, da mille euro, a favore di chi farà catturare l’assassino di Filettole e l’assassino di Viareggio. Perché questo e nient’altro, sono: assassini di poveri animali indifesi e incapaci di odiare». Con una precisazione: «Pagherò quando li vedrò in galera». O almeno condannati, perché la pena per l’uccisione di animali arriva a 18 mesi di carcere, e se uno non ha già condanne pendenti se la cava quasi certamente con la condizionale. A Filettole l’assassino dei cani ha già colpito almeno tre volte, fra giovedì e venerdì della settimana scorsa, usando la metaldeide, veleno presente nella cosiddetta Lumachina. Due sono sopravvissuti (uno dopo una difficile operazione), uno è morto. E il paese è sul piede di guerra contro il maniaco. A Viareggio il serial killer che odia i gatti colpisce il mercoledì sera, sceglie diverse località della Versilia e la sua arma è un fucile da caccia. Ora chi li vedesse in azione, o li conoscesse, ha un motivo in più per denunciarli, anzi mille.

News dall 'Abruzzo

Cari Amici,
a quasi 5 mesi dal sisma che sconvolto la nostra vita, proseguiamo un lavoro febbrile per aiutare i nostri amici a 4 zampe.
Le emergenze continuano ad essere innumerevoli, così come le segnalazioni: le mancate sterilizzazioni degli scorsi mesi e l’assenza di referenti che – prima del terremoto – ci avvisavano della presenza di femmine gravide o da sterilizzare, sul territorio, hanno fatto sì che ci trovassimo, fra luglio e agosto – il periodo notoriamente peggiore per le adozioni – pieni di cuccioli.
Ancora una volta, a parte i cuccioli catturati sul territorio del Comune di L’Aquila che il Servizio Veterinario della Asl ci affida, abbiamo scelto di aiutare anche piccoli provenienti da altri Comuni, che sono stati accolti presso la nostra struttura a totale carico dell’Associazione.
Oltre tutto i cuccioli che ci vengono affidati sono quasi sempre privi di profilassi veterinarie o quanto meno non sono complete: la spesa per fornire a questi animali sfortunati uno standard sanitario elevato - che la nostra Associazione si è ripromessa di dare - è notevole.
Per non parlare degli adulti: se i cuccioli, infatti, ci vengono affidati dal Servizio Veterinario della Asl – nella migliore delle ipotesi – con un vaccino (ma pieni di parassiti interni ed esterni…), gli adulti arrivano presso la nostra struttura privi di qualsiasi trattamento e spesso devono essere messi in isolamento, lavati e tosati per ricevere le prime profilassi contro pidocchi, zecche, pulci, etc.
Questo rende il nostro lavoro più difficoltoso e dispendioso, e l’adottabilità di questi poveri animali più lontana.
Fortunatamente molti Rifugi ci hanno aiutato, nonostante il periodo di vacanze - quando tutte le strutture hanno pochi volontari e fanno meno affidi: siamo riusciti così – alla fine di tutte le profilassi veterinarie necessarie ed i test contro le patologie più comuni - a trovare buone adozioni a tutti i piccoli transitati per il nostro Rifugio e a molti adulti.
L’emergenza è ancora lunga, non ne vediamo la fine: la solidarietà, però, è incredibile.
Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di collaborare con amici vecchi e nuovi: nei post del nostro Blog – che vi invitiamo sempre a tenere sott’occhio - trovate gli aggiornamenti e le storie di coloro che ci hanno aiutato; vi raccontiamo anche dell’ultimo episodio di abbandono di cui siamo stati testimoni: oggetto 3 cucciole di circa 35 giorni, di cui una con diverse fratture ed un ematoma; trovate il video dell’ultimo servizio che la tv locale ha fatto sulla nostra Associazione e l’articolo che il settimanale Donna Moderna ha pubblicato e che ci ha dato modo di essere contattati da molte persone pronte a collaborare.
Ringraziamo, fra gli altri, la Sezione di Apuania della Lega del Cane, che dopo averci ripetutamente aiutati sia in termini di materiali utili che di affidi, ci ha voluto come giurati della XVII Esposizione del Cane Fantasia: è stata una bella festa, molto divertente e con risvolti commoventi; l’amicizia e la solidarietà dei volontari ci hanno profondamente colpito e questa giornata ci ha dato modo di confrontare idee ed esperienze con persone che hanno a cuore, come noi, il benessere degli animali.
Concludiamo invitandovi a non dimenticare l’emergenza che stiamo affrontando; abbiamo bisogno ancora di aiuto e di supporto da parte di voi tutti: adozioni e donazioni (anche di materiali) sono le principali priorità.

Per le donazioni:

Ccp n° 14046676 intestato a Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sez. L'Aquila;
Conto Banco Posta IBAN IT 61 O 07601 03600 000014046676 - intestato a Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sez. L'Aquila;
Paypal: info@cuccefelici.com (Mastercard, Visa, Visa Electron, Carta Aura, PostePay).
Per i materiali, stiamo raccogliendo:

cibo secco (junior, adult e senjor);
cucce di grandi dimensioni;
coperte;
trasportini e gabbie di grandi dimensioni;
strumenti da cattura;
medicine (vaccini, antiparassitari esterni, vermifughi, appertex, antimicotici, antibiotici iniettabili, antibiotici in compresse, antinfiammatori, analgesici, antispastici, galastop, metoclopramide iniettabile, ranitidina, colliri, creme, zoolobelin, farmaci contro la rogna, farmaci per il trattamento della leishmaniosi, etc.).
Il materiale può esserci recapitato così:

presso il Rifugio (contattaci per info!);
presso il nostro punto di raccolta a Milano: 329.6390924 - mirjam@cuccefelici.it;
spedendo alla nostra Sede Legale: Lega Nazionale per la Difesa del Cane sezione di L'Aquila - S.s. 17 Bis n° 49 - 67100 Paganica (AQ) – tel. 329.9064859.
Per le adozioni: gli ingressi sono continui, quindi spesso non riusciamo ad inserire tutti gli appelli nella bacheca del nostro sito o comunque il transito è – fortunatamente – molto veloce; se avete modo di adottare un cane in difficoltà (cucciolo o adulto) contattateci per maggiori informazioni: info@cuccefelici.com – 329.9064859.

Vi ricordiamo i riferimenti per segnalare animali vaganti, smarriti, feriti, da sterilizzare o in difficoltà a L’Aquila e dintorni:

Servizio Veterinario della Asl 04 di L’Aquila: 0862.28519;
Unità di Crisi Veterinaria: 0862.308561 - terremotovet@izs.it;
Lav Abruzzo: 328.2399024 - lav.abruzzo@lav.it.
Oppure, ovviamente, la nostra segreteria di Sezione, che è sempre a vostra disposizione: info@cuccefelici.com – 329.9064859

ACQUE INQUINATE,ASSASSINE

Vi ricordo anche la nota e l'argomento con la storia della moria di animali alla Pineta, a Pescara...



MORIA DI PESCI: AMBIENTALISTI, IMMOBILISMO DELLE ISTITUZIONI

Lavagna (Genova), - "Da luglio ad oggi non sono stati diramati gli esiti dei prelievi effettuati dall'agenzia regionale per l'ambiente relativi alle acque del fiume Entella con i rispettivi referti su verifiche patologiche e tossicologiche degli animali rinvenuti morti", e' il commento degli ambientalisti liguri Ayusya che attendono risposte sia dall'istituto di zooprofilassi, sia dalla Asl 4 chiavarese dopo l'allarme lanciato diverse settimane fa relativo alla moria di pesci, anatre e gabbiani alla foce del fiume Entella nel golfo del Tigullio. Intanto dalla Asl 4 chiavarese hanno fatto sapere che dopo i prelievi dell'acqua e le prime analisi effettuate sulle carcasse degli animali, che comprendono gli accertamenti virologici, batteriologici e tossicologici occorre il tempo adeguato per le risposte; secondo l'agenda sanitaria, quindi, non e' possibile sapere al momento le cause che hanno portato al decesso gli animali. Secondo un veterinario interpellato dall'associazione ambientalista, invece, la moria degli animali sarebbe causata dalla presenza di un potente tossico anticoaugulante.


La Lav denuncia l'Asl per le tartarughe uccise

GROSSETO. La Lav di Grosseto annuncia azioni legali contro i responsabili di quello che Giacomo Bottinelli definisce «sterminio inutile», l’abbattimento di 24 tartarughe acquatiche malate di salmonella che vivevano nel laghetto di via Giotto. «Erano curabili e l centro Wwf di Semproniano poteva guarirle, ma non è stato nemmeno contattato». Il responsabile del servizio di prevenzione dell’Asl 9, Paolo Madrucci, spiega, però, che l’eutanasia era l’unica scelta. Dopo che il corpo forestale ha verificato che le tartarughe non appartenevano a specie protette le autorità sanitarie si sono trovate a dover decidere che fare di animali che «sono un serbatoio prediletto dalle salmonelle e che, anche trattati con antibiotici, possono restare portatori sani». Impraticabile il loro trasporto al Carapax di Massa Marittima, che è sotto sequestro, e il centro di Semproniano «non ha strutture per animali acquatici e sarebbero state messe a rischio le altre specie presenti». Cosa fare, poi, delle tartarughe, una volta guarite? Impossibile reimmetterle nell’ambiente, perché «non sono autoctone, sono carnivore e non hanno, qui, competitori naturali, dunque rischierebbero di sovrastare e azzerare altre specie». Analogo il discorso per i circa due quintali di pesce del laghetto, con pesci gatto di 80 centimetri. Invece i circa 120 germani saranno curati con antibiotici e poi redistribuiti negli specchi d’acqua della provincia di Grosseto. In via Giotto ne resteranno meno di una decina. «L’obiettivo - spiega Madrucci - è proprio quello di ridurre gli animali nello specchio d’acqua, che era stato trasformato in una fogna a cielo aperto, con un carico di coliformi totali e fecali superiore a quello delle acque scure». Un carico che ha attirato anche i topi di fogna, tanto che il sindaco ha ordinato la derattizzazione. «Si tratta di tutelare - dice Madrucci - la salute di chi frequenta il parco, in particolare i bambini, che giocano con l’acqua del laghetto e degli animali che possono berla». (ep)


FRANCIA: ALLARME ALGHE KILLER, PREMIER INTERROMPE VACANZE

Parigi, 20 ago - Allarme alga 'assassina' sulle coste della Bretagna. La preoccupazione che sta montando in Francia riguarda le tonnellate di alghe verdi in decomposizione, che si sono accumulate sulle coste della Bretagna, le cui esalazioni di un particolare gas sembrano capaci di uccidere in tempi rapidissimi. Un allarme che ha fatto interrompere le vacanze al primo ministro Francois Fillon, deciso ad affrontare l'emergenza con i suoi colleghi di governo. I sospetti erano partiti a fine luglio quando, dopo una passeggiata a cavallo sulle spiagge di Saint-Michel-en Gre've, l'animale era morto sul colpo e il cavaliere era stato salvato in extremis.

News su animali

Il killer che spara ai gatti.

VIAREGGIO (LU). Il serial killer che odia i gatti colpisce il mercoledì sera, sceglie diverse località della Versilia e la sua arma è un fucile da caccia. A fine luglio a Bozzano ha ferito gravemente la micia Shila, la settimana successiva ha ucciso un gattino a Massarosa e due sere fa l’ultimo caso, a Torre del Lago: per Malù gamba frantumata e osso da ricostruire, ma la vita è salva. «È tornato a casa verso le 22.30 - racconta Roberto Vitturini, il padrone del felino -. Non so come ha fatto, sanguinava, non riusciva quasi a stare in piedi e ora avrà bisogno di altri interventi chirurgici. È un gesto disumano e vigliacco». Marco Fabbrini è il veterinario della clinica Campo di Aviazione che ha soccorso due dei tre mici: «Su ognuno di loro abbiamo rinvenuto decine di pallini che farebbero pensare ad uno stesso calibro, quello tipico delle armi da caccia». La spietata azione dell’ultimo mercoledì offre nuovi elementi: «Oltre alle solite ferite prodotte da circa 30 pallini abbiamo notato dei fori più grandi - continua Fabbrini -: due colpi che hanno fatto esplodere il femore del gatto e che probabilmente sono partiti da una seconda arma da fuoco». Il mostro potrebbe dunque non agire da solo o forse attacca le sue vittime imbracciando più di un’arma. «I colpi esplosi dai fucili da caccia - rimarca il veterinario Matteo Speca, collega di Fabbrini - provocano micro e macro emorragie che portano a una morte lenta e molto dolorosa che avviene per dissanguamento. Un’aggravante per un crimine senza scusanti su cui le forze dell’ordine dovrebbero indagare». Nei primi due casi i proprietari dei felini hanno presentato denuncia ai Carabinieri di Massarosa. Vitturini lo farà oggi a Viareggio: «Andrò dai Carabinieri e dai vigili urbani, che in città hanno un apposito dipartimento per combattere i crimini contro gli animali». Finora, però, le indagini non sembrano aver prodotto grandi risultati. «Qui non ne sappiamo nulla, provate a sentire domani», cadono dalle nuvole alla stazione dei Carabinieri di Massarosa. Eppure l’uccisione di animali è un reato penale punito con la reclusione fino a diciotto mesi e il maltrattamento prevede pene che arrivano ad un anno di carcere e a 15mila euro di multa. Forse non sono considerate abbastanza ignobili le malvagità compiute ai danni di esseri indifesi, ma pur sempre non umani. Tuttavia chi spara nei centri abitati rischia di coinvolgere anche delle persone. I bambini sono i compagni di giochi più fedeli degli animali domestici: cosa succederebbe se un ragazzino che insegue un gatto venisse colpito per sbaglio? «Basterebbe controllare chi nella zona detiene un fucile da caccia - aveva detto dopo il primo agguato il padrone della micia ferita, Roberto Branconi, intervistato dal nostro giornale -. Penso che anche una semplice telefonata ai cacciatori funzionerebbe da deterrente». Stefano Buda

Polpette avvelenate nei prati.
VIAREGGIO (LU). Il cane è il miglior amico dell’uomo, ma in certi casi farebbe bene a diffidare della nostra specie. Alcuni bocconi, rinvenuti nei giardini davanti alla Chiesa di Santa Rita, nella zona dell’ex Campo di aviazione, sembrano contenere sostanze velenose. I primi sospetti il mese scorso, quando due cani di razza Breton che passeggiavano sul prato sono dovuti ricorrere alle cure del veterinario a causa di un’ intossicazione. «Dissenteria, vomito, perdita di peso e di appetito. Dopo aver notato questi sintomi mi sono allarmato - spiega il proprietario dei due fidi, Maurizio Giannini -. Ma ho pensato ad un virus visto che i cani di altri amici frequentano gli stessi giardini e avevano problemi simili. Poi un giorno uno dei miei Breton ha vomitato sostanze strane, spugnose e mi sono reso conto che c’era dell’altro». Giannini corre dal veterinario, Ricky Quartacci, che cura gli amici a quattro zampe rimettendoli subito in sesto. «Pensammo a una gastrointerite o al caldo - dice il dottore degli animali - ma dopo la scoperta di pochi giorni fa l’ipotesi dell’intossicazione da avvelenamento diventa plausibile, i sintomi sono assolutamente compatibili». Lunedì scorso, infatti, la probabile svolta: i due Breton tornano nei giardini vicino all’ex-campo di aviazione in compagnia del loro padrone. «Li ho visti scattare in una direzione precisa - racconta Giannini - li ho seguiti lungo il prato e ho trovato una poltiglia di funghi fritti, probabilmente tossici, avvolti in una strana pastella e in alcune fette di prosciutto». Tutto fa pensare a delle esche preparate per far male. «Martedì sono tornato e ho trovato gli stessi bocconi - continua l’uomo -. Ho presentato subito un esposto». La denuncia, insieme alle sostanze rinvenute nei giardini, è arrivata al dipartimento veterinario della Asl, a Pietrasanta. «Le esche sospette sono già state inviate ai laboratori - spiega la responsabile, Ida Aragona -. Se le analisi daranno esito positivo interverrà la polizia. Avremo i risultati tra qualche settimana, nel frattempo abbiamo informato il Comune di Viareggio». Una brutta storia, che nel caso i sospetti trovassero conferma, non farebbe onore agli attentatori nè e a chi dovesse coprirli con il silenzio. Fin quando non si conoscerà l’esito degli esami, però, occorre coltivare il dubbio. L’estate scorsa ci furono diverse segnalazioni di bocconi avvelenati destinati ai cani, nella zona di via Indipendenza, vicino allo sgambatoio. Un falso allarme: tutti i campioni analizzati diedero esito negativo. S.B.


Cervere (CN): individuati ragazzi che diedero fuoco a un gatto.
I carabinieri della Stazione di Cervere hanno, in questi giorni, concluso le indagini riguardanti un triste episodio di maltrattamento ed uccisione di animali verificatosi in P.zza San Sebastiano di Cervere.
In un pomeriggio di aprile, infatti, tre ragazzi, dopo aver preso a calci ed a bastonate un povero gatto, gli hanno dato fuoco utilizzando del liquido infiammabile, così uccidendolo.
L'episodio, non passato inosservato ad alcune bambine della scuola elementare, aveva suscitato grande indignazione ed aveva così imposto anche al personale docente di intervenire per far riflettere gli studenti sul dovere di rispettare gli animali, sull'esigenza di avere comportamenti responsabili e sulle conseguenze di azioni così spregevoli.
Nel frattempo, acquisita la denuncia della parte offesa, una signora anziana del posto, sono state assunte le prime testimonianze e, raccolti gli oggettivi riscontri probatori, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino due diciassettenni (di Fossano e di Cervere) e un sedicenne (di Cervere) per il reato di maltrattamento ed uccisione di animali, che prevede la pena della reclusione sino a 18 mesi.
I genitori dei minorenni coinvolti, conseguentemente, sono stati convocati in caserma ed informati di quanto accaduto.

Laigueglia (SV): continuano gli avvelenamenti di colombi

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Laigueglia (SV) - A Laigueglia continuano gli avvelenamenti di colombi. Ogni settimana, volontari Enpa, servizio veterinario dell'Asl e vigili urbani raccolgono una decina di animali morti o moribondi e nonostante i soccorsi la maggior parte di quest'ultimi muoiono.La protezione animali savonese invita la cittadinanza a segnalare alla polizia municipale la presenza di granaglie o altre cibarie sparse per la città perchè sono estremamente velenose e possono essere pericolose anche per l'uomo. I colombi possono essere fastidiosi ma non corrisponde a verità che siano portatori di malattie pericolose.



Caccia al "killer" dei piccioni l'Enpa: il veleno pericolo per tutti
LAIGUEGLIA (SV) - CACCIA a al killer dei piccioni, e adesso l'Enpa lancia l'allarme per la salute dei gabbiani, dei cani, e persino dei bambini. «Ogni settimana i nostri volontari e i vigili urbani raccolgono decine di colombi morti o moribondi - afferma l'Enpa che condanna chi avvelena i volatili - Inoltre sono morti diversi gabbiani reali che si sono cibati delle carcasse di piccioni avvelenati, e anche diversi cani hanno dato segni di malesseri e intossicazioni. Anche i bambini sono esposti a rischi, perché giocando possono entrare in contatto con i piccioni avvelenati o le esche avvelenate».
«I piccioni - chiarisce l'ente - possono essere fastidiosi, ma che portino malattie è falso. Sono molto più pericolosi da morti, se avvelenati, che non da vivi. È un peccato che in una cittadina dove esiste una delle cinque spiagge per cani della provincia ci sia qualcuno che si dedica ad una caccia alle streghe ingiustificata».
Alcune carcasse sono state prelevate da Asl e Comune e inviate ai laboratori per le analisi che dovranno accertare con precisione le cause della morte e in particolare il tipo di veleno utilizzato. Nel frattempo l'Enpa chiede a tutti i cittadini di segnalare eventuali presenze di granaglie o altro cibo per i piccioni alla polizia municipale, che sta cercando di identificare il killer dei piccioni, che rischia pene fino a diciotto mesi di reclusione.

Serial killer di animali ....e dintorni

Un altro cane ucciso Il maniaco colpisce ancora usando la metaldeide

Il cane Rambo e il cane Snoopy si sono salvati, il cane Pippo no. E’ stato avvelenato da un maniaco a Filettole venerdì scorso, a poche ore (e forse a pochi metri) di distanza dagli altri due. E ieri mattina i padroni, leggendo il “Tirreno”, e parlandone con i compaesani, hanno capito perché la povera bestiola era morta. La causa è l’avvelenamento da metaldeide. «Fino a oggi mi era sconosciuta la sua sorte, - racconta Alarico Sgroi, che ci aveva segnalato i primi casi, - ma in seguito al vostro articolo i proprietari si sono fatti vivi e mi hanno messo a conoscenza dell’evento. Anche lui è stato avvelenato nei giorni tra giovedì e venerdì scorsi». Il cane era di proprietà della famiglia Verdigi da diversi anni e la sua morte li ha molto scossi, lasciandoli nello sconforto. «Certo - dice Sgroi - è difficile capire le motivazioni che spingono degli individui a compiere atti cosi efferati, non è facile capire se sono mossi da puro sadismo o incoscienti per le gravi conseguenze e sofferenze che provocano. Di certo si tratta di persone aride che non conoscono il profondo legame che unisce gli uomini agli animali». In paese moltissime persone si sono dette indignate per quanto sta succedendo: sui fatti indagano i carabinieri di Migliarino. E ieri ci ha chiamato Daniele Giuliani, proprietario di Becky, una delle tre vittime del maniaco che avvelenava i cani nel novembre del 2007 a San Giuliano: «Sono disposto a mettere una taglia anche su questo assassino, - ha detto, - non so se persone così capiscono il dolore che provocano in una famiglia che ama il proprio cane». Giuliani pone anche un problema: «Perché è così facile per chiunque, nei negozi di agraria e anche in qualche ipermercato, comprare la “lumachina” che è così pericolosa anche per animali grandi?».


Carcere fino a 18 mesi

Uccidere un cane è un reato grave. Dopo l’emanazione della legge 189 del 2004, i “delitti contro il sentimento per gli animali” sono puniti con norme severe. Le “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate” modificano il codice penale. A norma dell’art. 544-bis (Uccisione di animali) «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi».



Riparte il piano nutrie della Provincia di Parma: catturati 5517 animali nel 2008

Parma. Dopo il parere positivo dell’Ufficio Sicurezza della Provincia, che ha approfondito le eventuali ricadute della sostanza utilizzata per stordire gli animali sul personale, a settembre la lotta alla nutria ricomincerà per intensificarsi poi progressivamente nei mesi autunnali e invernali, più idonei per le condizioni climatiche e dei terreni.
La lotta viene regolata secondo il Piano di controllo della nutria, gestito e coordinato dalla Provincia. Elaborato sulla base delle disposizioni nazionali e regionali e approvato dall’Istituto superiore per la Protezione e Ricerca ambientale, il Piano ha come obbiettivo lo sradicamento della specie da tutte le aree interessate. Gli interventi prevedono l’utilizzo della trappola, tecnica indicata come preferenziale anche dalla Regione, che fino ad oggi ha dato i migliori risultati garantendo sicurezza all’ambiente e al personale.Questo è confermato anche nel nostro territorio dalle catture nei Comuni dove esiste una fitta rete di operatori volontari che intervengono in modo sistematico e ben collaudato. Se infatti si considera la serie storica dei dati (la misurazione è annuale al 31 marzo di ogni anno) in quasi dieci anni si è passati da 445 esemplari nel 1999 a 5517 nel 2008. Nei Comuni maggiormente attivi (San Secondo, Sissa, Colorno, Fontanellato e l’Unione Sorbolo-Mezzani) si rileva una sostanziale diminuzione dei disagi causati sull’ambiente dalla specie. Ad oggi il Piano di controllo è operativo su tutto il territorio della pianura parmense (vedi cartina). Nel 2008 sono stati 23 i Comuni che hanno sottoscritto l’accordo, un numero destinato a crescere con le adesioni anche di alcuni centri della collina (Langhirano e Lesignano). “La Provincia già nel 2003 aveva autorizzato in via sperimentale l’abbattimento delle nutrie da parte dei cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore nell’attività di controllo della nutria – spiega l’assessore provinciale Ugo Danni -. La verifica dell’efficacia e le problematiche emerse hanno condotto a risultati tutt’altro che soddisfacenti”. Infatti il numero di nutrie abbattute con l’arma da fuoco e opportunamente rendicontato come prevede il piano, era stato zero. “Alcuni sindaci hanno inoltre emesso ordinanze con motivazioni legate alla gestione faunistica, ordinanze che sono state però annullate dal Tar a fronte di un ricorso. A dire il vero i sindaci potrebbero emettere per motivi di sicurezza e igiene ordinanze apposite per l’abbattimento degli animali con l’arma da fuoco; la loro difficoltà, pienamente comprensibile, sta nei rischi che questo metodo presenta per l’utilizzo di armi da fuoco in centri abitati. Se a questo aggiungiamo la non efficacia risulta evidente come ancora lo strumento più idoneo da utilizzare in questa lotta sia la trappola”, dice ancora Danni, che aggiunge: “Nel ringraziare i volontari per il lavoro che svolgono, ritengo che sia molto importante mettere in campo ulteriori incentivi per incrementare la partecipazione dei cittadini al piano di catture attraverso le trappole. In ogni caso la Provincia sta predisponendo un programma di interventi straordinari coincidente con la prossima stagione venatoria, per procedere nelle situazioni più difficili a una campagna sperimentale di abbattimenti con squadre organizzate di soggetti abilitati”.

Moria nell'Entella:«Il fiume inquinato da liquami tossici»

veterinari:«Escluso il virus dell'aviaria» Moria nell'Entella:«Il fiume inquinato da liquami tossici» Gli esperti
La denuncia degli animalisti di "Enpa" e "Ayusya"
Ieri recuperate altre carcasse di volatili e resti di pesciSpanò (Verdi): «Asl e Arpal diano spiegazioni»
CHIAVARI (GE). «Tutte le ipotesi sono valide, dall'inquinamento all'avvelenamento involontario, dalla malattia alla mancanza di acque pulite». Lo dicono gli esperti dell'ufficio di veterinaria dell'Azienda sanitaria locale 4 Chiavarese, interpellati ieri. «A questo punto saranno fondamentali i risultati delle analisi di laboratorio affidate ad Arpal e Istituto di Zooprofilassi per comprendere che cosa abbia provocato la moria di volatili e pesci nel fiume Entella. La pista dell'inquinamento è attendibile, ma non si può escludere che gli animali siano morti per altre cause. Tante persone, ad esempio, gettano cibo alle anatre del fiume dalle sponde e dal lungoentella di Chiavari e Lavagna. Qualcosa potrebbe aver intossicato i fragili organismi di questi esemplari». Resta da spiegare, però, perché a morire non siano solo i volatili ma anche i pesci: «Questa moria diffusa - confermano i veterinari dell'Azienda - ci ha consentito innanzitutto di escludere che le anatre e i germani fossero stati colpiti dal virus dell'influenza aviaria». Ad ogni modo l'ipotesi più plausibile sembra proprio essere quella dell'inquinamento del'Entella con sostanze tossiche, riversate nell'alveo illegalmente e a monte di Chiavari e Lavagna. Lo sospettano pure gli uffici dell'Asl 4, come confermano dall'ufficio stampa: «Occorre però attendere i risultati degli esami di laboratorio già in corso. Non appena avremo gli esiti degli accertamenti, informeremo la popolazione per il tramite dei mass media» Dopo di ché toccherà alla magistratura indagare sul caso.

Dal Sile scompaiono le oche

Provincia di Treviso - «Continuano le misteriose sparizioni di oche al ponte della Gobba». La Lav denuncia la scomparsa dei bianchi pennuti e paventa cacce grosse per scopi alimentari, chiedendo alle autorità «maggiori controlli delle forze dell’ordine». E l’associazione non si ferma qui. «Sia data la massima informazione per garantire il rispetto degli animali liberi lungo il fiume». La Lav riferisce che le oche bianche liberate in loco, e che vivevano tranquillamente tra anatre, cigni, folaghe e altri animali selvatici non conducono più un’esistenza tranquilla, né assicurano lungo il Sile uno spettacolo naturale. Da tempo il loro numero è sensibilmente diminuito - scrive la Lav - con sparizioni costanti e improvvise. «Due scomparvero in breve tempo, ne furono portate altre 4, forse dall’Isola del Paradiso, per far compagnia alla superstite - continua la Lav - ma anche queste sono state prese di mira ed il gruppo si è nuovamente sfoltito». Ieri l’ultima sparizione: sarebbero rimaste due sole oche. E i volontari che si recano periodicamente a monitorare la situazione hanno notato, lungo la sponda del Sile, un mucchietto di penne e piume bianche a riprova la sfortunata oca ha tentato una strenua difesa prima di soccombere. «Sono sparizioni molto sospette - commenta Lorenza Secoli, responsabile della Lav di Treviso - non ci sono predatori capaci di sterminare un gruppo di oche adulte. Non vorremmo fossero oggetto di periodica “raccolta” per la propria mensa. Il comune deve vigilare, oche cigni e altri uccelli presenti lungo il Sile, gli animali della Penisola del Paradiso, meritano il massimo rispetto da parte di tutti». Infine, la Lav chiede di affiggere cartelli in diverse lingue, che la fauna presente lungo il Sile e gli altri corsi d’acqua di Treviso costituisce patrimonio indisponibile dello Stato, e non può essere prelevata o spostata a piacimento, per precise leggi dello Stato».

PESCARA. La strage di oche non si ferma ala Pineta: botulino

Pineta, la strage di oche non si ferma Trovati morti altri cinque animali
di Pietro Lambertini
PESCARA. La strage di oche non si ferma: dopo il decesso di 34 esemplari su cinquanta, altre cinque oche sono state trovate morte ieri. Sono undici, quindi, gli animali rimasti nel laghetto della pineta d’Avalos ma è certo che un’altra oca è stata affetta dal virus. Ma perché sono morte 39 oche? Colpa dell’acqua putrida, un laghetto diventato una fogna. I PRELIEVI DELL’ARTA. Ieri, l’Arta di Pescara ha raccolto campioni di acqua putrida da analizzare mentre gli esperti dell’Istituto zooprofilattico di Teramo, accompagnati dal veterinario Carlo Ruggeri , sono arrivati alla pineta per controllare gli animali rimasti e portare nel laboratorio l’esemplare colpito dal virus. Ma gli esperti sono tornati nei laboratori a mani vuote: nessuno degli operai del Comune è riuscito a catturare l’oca malata che, peraltro, presenta una paralisi alle zampe. LA CATTURA FALLITA. Del resto, l’operazione di cattura è stata eseguita con una barca senza lo straccio di un motore e senza neanche i remi: per spostarsi in acqua, il custode della pineta Enzo Trabucco ha remato con una pala da giardinaggio. La cattura dell’oca, quindi, è andata a monte: se ne riparlerà oggi secondo gli orari scandiditi dalla pubblica amministrazione. L’ACQUA PUTRIDA. Ieri, comunque, è arrivata un’altra certezza: la moria delle oche è stata causata dalla sporcizia che si è accumulata nel laghetto della pineta diventato una cloaca. Secondo gli esperti, «una fogna». «Nel laghetto c’è una forte contaminazione fecale», spiega il direttore dell’Istituto zooprofilattico di Teramo Vincenzo Caporale (nella foto a destra), una delle massime autorità veterinarie in Italia che ieri ha visitato la pineta d’Avalos. «È evidente che l’area è eutrofizzata: si tratta di un laghetto fecalizzato e questa è una delle cause dei problemi sanitari patiti dagli animali». FECI NEL LAGHETTO. L’acqua putrida del laghetto è, dunque, una delle cause della morte delle oche: «La sporcizia», prosegue Caporale, «è una causa correlata alla morte delle oche». L’oca colpita dall’infezione che è stata avvistata ieri ma che è non stato possibile prendere ne è la prova: «Quest’oca presenta una sintomatologia coerente con delle forme batteriche che si verificano, in termini epidemici, in situazioni di elevata fecalizzazione, alte temperature e umidità». Il problema, fa capire Caporale, «è costituito dalla forte concentrazione di feci nel laghetto che, sommata alla umidità e all’alta temperatura, produce la morte delle oche. Quando si abbasserà la temperatura, il problema scomparirà ma, nel frattempo», aggiunge, «anche le ultime oche sono a rischio di scomparire». LE ULTIME 11 OCHE. I cinque esemplari morti sono stati trovati sull’isolotto al centro del laghetto da Trabucco e dalla guardia zoofila dell’Enpa Carmelita Bellini . È possibile salvare le undici oche sopravvissute al virus? «L’unica possibilità è spostarle da un’altra parte», dice Caporale. E il laghetto? «Che questo sia un laghetto che va ripulito è evidente, sia per le oche che per le persone». E anche per i pesci, visto l’esemplare morto fotografato dal Centro: «L’ossigenazione dell’acqua», ammette Caporale, «non è ideale». VIA ALLA BONIFICA. I suggerimenti di Caporale non sono caduti nel vuoto: «Sarà convocata una riunione», è l’annuncio degli assessori ai Lavori pubblici Gianni Teodoro e ai Parchi Nicola Ricotta , «per predisporre lo svuotamento del laghetto, la pulizia del bacino, la rimozione delle alghe e dei residui alimentari, la bonifica dell’isolotto e il trasferimento degli animali superstiti». I FARMACI INUTILI. Sul ritardo nella somministrazione dei medicinali agli animali malati, Teodoro e Ricotta dicono: «I nostri dirigenti non hanno ricevuto farmaci da dare alle anatre e la Asl ieri ha confermato che il medicinale prescritto, definito disinfettante, è comunque inefficace contro il botulino per il quale non esiste una cura. Ci chiediamo», è la conclusione, «perché la giunta D’Alfonso ha permesso che il parco d’Avalos raggiungesse un tale stato di degrado».

Gli enti sapevano da anni della situazione di inquinamento del laghetto" della riserva naturale pineta dannunziana di Pescara, dove nei giorni scorsi sono state trovate molte anatre selvatiche morte. Lo affermano Wwf e Lav ricordando che "il comune di Pescara gia' nel 2002 era stato avvisato della gravissima situazione di degrado ambientale dello specchio d'acqua". La relazione consegnata a Palazzo di citta' nell'ambito di alcuni studi pagati dall'ente per approfondire il Piano di Gestione della Riserva, "descriveva perfettamente le criticita' connesse alla mancanza di ossigenazione delle acque e prescriveva immediati interventi di rinaturalizzazione per evitare ulteriori e piu' gravi problemi sia agli animali domestici sia agli uccelli selvatici che frequentano quel laghetto e le sue sponde". Piu' di recente, nel 2008, il Wwf ha avvisato il Dirigente dell'Ufficio Parchi della Regione Abruzzo chiedendo un intervento urgente, "considerata l'inadempienza del Comune di Pescara, ente gestore della Riserva regionale". La Regione, infatti, ha la responsabilita' di sorvegliare sull'operato dei gestori delle aree protette regionali e del loro coordinamento. "Da allora - dicono Wwf e Lav - non sappiamo se vi siano stati sviluppi e oggi possiamo solo constatare il disastro che si e' verificato". Antonella Agostini, responsabile provinciale della Lav, definisce "estremamente grave" quanto accaduto, "perche' la situazione di degrado del laghetto era stata piu' volte denunciata" e "probabilmente non sarebbero morti se si fosse dato seguito per tempo agli studi gli animali. Riteniamo che vadano ricercate le responsabilita' di questa strage - conclude Agostini - anche solo per gli aspetti amministrativi e contabili, per cui chiediamo al sindaco di Pescara e all'assessore regionale competente di procedere in tal senso affinche' quanto avvenuto non accada mai piu'".

SESSO CON ANIMALI: DENUCIARE (INDIRIZZO AIDAA)

SESSO CON ANIMALI, BOOM DI RICHIESTE SUL WEB
A rispondere ad alcuni «annunci civetta» su internet per sondare le disponibilità di far sesso con un animale a quattro zampe, in pochi giorni sono arrivate 514 richieste di disponibilità dal Lazio, 112 da Roma.
Fare sesso con animali, gli annunci corrono sul web e da marzo a oggi sono state 7 le denunce nel Lazio: 5 a Roma, una a Latina e una a Frosinone. A rispondere ad alcuni «annunci civetta» su internet per sondare le disponibilità di far sesso con un animale a quattro zampe, in pochi giorni sono arrivate 514 richieste di disponibilità dal Lazio, 112 da Roma. Dalla capitale, tutti uomini, mentre dieci donne del resto della Regione hanno espresso la loro voglia di far sesso con un animale.
Sono questi alcuni dei dati elaborati dall'Aidaa, l'Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente sulla «zoofilia», il sesso praticato con animali. In totale l'Aidaa ha presentato nel Lazio 7 denunce per zoofilia: 67 sono quelle presentate a livello nazionale. Tra le disponibilità, sottolineano dall'associazione ambientalista, anche quella di un allevatore del nord del Lazio «che offre i cavalli a trecento euro per incontro, con una possibilità di videofilmarli». «Lo denunciamo alla procura», dice Lorenzo Croce, presidente Aidaa. «Cercano cani di grossa taglia, cavalli ma anche maiali, molto ricercati. Ma non c'è solo questo: sono richieste anche varie specie di pollame per riti sacrificali a base di sesso. Prima fanno il rito, con un atto sessuale verso l'animale e poi alla fine lo uccidono sgozzandolo».
Secondo una stima di Aidaa segnalata da Croce ci sarebbero «mille zoofili a Roma e circa cinquemila nel Lazio». «In rete - dice Aidaa - esistono 8.810 siti italiani che contengono immagini, racconti o filmati di sesso con animali». A livello nazionale, sugli «annunci civetta» pubblicati dall'associazione siti internet dedicati all'argomento e su siti di annunci online per verificare l'ampiezza del fenomeno ci sono stati circa «7.000 contatti di persone pronte ad offrirsi per fare sesso con animali, ma anche di persone disposte a vendere a ore il proprio animale per incontri sessuali e da buon ultimo prostitute che si offrono per sesso a pagamento con animali». «Da un'analisi dei dati abbiamo avuto la conferma che in Italia almeno una persona su mille ha fatto sesso con animali o ne è stata in qualche modo coinvolta - proseguono dall'associazione - Si tratta di un giro di affari che tra filmini pornografici, incontri squillo, affitto di animali sfiora i venti milioni di euro l'anno e coinvolge mediamente 50-60.000 persone». «C'è bisogno - conclude Croce - di una legge che possa istituire il reato di zoofilia. Ora le denunce sono solo per maltrattamento e, nel caso si riesca a trovare filmati, per pornografia». (Fonte: Il http://www.facebook.com/l/;Messaggero.it)

L'idea per far diminuire gli abbandoni nel periodo estivo

Cani e gatti stressati? Arriva http://www.facebook.com/l/;vacanzebestiali.org per i nostri amici a quattro zampe
Roma - (Ign) - Nasce il sito per dare suggerimenti utili ai proprietari di animali con tutte le soluzioni per vacanze serene. Tutte le soluzioni per partire con il proprio amico o per lasciarlo in mani fidate. Dallo 'scambio alla pari' alle pensioni consigliate e ai pet-sitter più affidabili
Roma, 16 ago. (Ign) - “Arrivano le vacanze che i vostri animali hanno sempre sognato”. E' lo slogan, scelto per il lancio del nuovo sito http://www.facebook.com/l/;www.vacanzebestiali.org, realizzato dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa). L’obiettivo è quello di fornire ai proprietari di animali tutte le soluzioni per pianificare le vacanze. Così, per chi vuole partire con il proprio animale, ecco gli hotel (in collaborazione con Federalberghi), campeggi e ristoranti, parchi naturali e spiagge che accolgono i quattrozampe. Ma anche molti consigli utili per preparare al meglio la partenza, grazie ai preziosi suggerimenti di veterinari e comportamentalisti, oltre a informazioni su ciò che prevede la legislazione e sui regolamenti delle compagnie di trasporto.
E per chi non riesce a portar in vacanza il proprio amico con la coda? Su http://www.facebook.com/l/;www.vacanzebestiali.org l’esperienza dei volontari Enpa porta a consigli di vario tipo: dal ricorso a conoscenti per lasciare l’animale nel proprio ambiente domestico allo scambio alla pari, dagli indirizzi di pensioni per animali a quelli di associazioni di pet-sitter che si prenderanno cura di lui. L'idea è di offrire il maggior numero di soluzioni possibili al problema per far diminuire gli abbandoni durante il periodo estivo.
Tra le tante possibilità, sul sito si può anche pubblicare le foto dei viaggi, lasciare in bacheca un pensiero sugli animali o arricchire le possibili soluzioni condividendo le proprie esperienze delle vacanze con gli animali: diventare, insomma, dei 'viaggiatori bestiali'.


Non abbandonate cani e gatti per andare in ferie
SETTIMO ROTTARO (TO). Il Codice Penale parla chiaro, abbandonare un animale è un reato che prevede l’arresto fino a un anno o l’ammenda da mille a diecimila euro. «Ogni estate scatta l’emergenza» dicono Irene Benedino e Luisa Trucco, titolari del “Melograno”, centro cinofilo e pensione per amici a quattro zampe a Settimo Rottaro. E continuano sottolineando: «Troppe volte i cani vengono abbandonati in strada da proprietari criminali e insensibili. Purtroppo. proprio gli stessi animali, oltre che vittime, diventano protagonisti inconsapevoli di incidenti stradali. Insomma il pericolo è grande per tutti». Superfluo è ribadire quanto l’abbandono di cani e gatti sia un gesto ignobile e da irresponsabili. ”Esistono soluzioni alternative a quella che è sempre una scelta sbagliata - concludono Irene e Luisa -. Ci sono pensioni per gli animali come la nostra. E’ vero che non sempre partire per le ferie significa poter portare con noi il nostro animale. Ma basta organizzarsi ed un luogo adeguato per loro si trova». (mt.b.)

Cani : zone off limits per loro..................

ORBETELLO (GR). «D’ora in poi boicotteremo Orbetello. Anzi non ci andremo più in vacanza. Lo abbiamo già inserito nella lista nera dei posti da evitare». A due giorni dal Ferragosto, frasi come queste, per una località che vive di turismo, sono un’autentica mazzata. Specialmente se non vengono pronunciate da “quattro amici al bar” ma si trovano scritti su dogwelcome, uno dei siti internet più letti dagli amanti dei cani che hanno nel passaparola cybernautico il loro punto di forza. Sì, perché il motivo del ripudio di Orbetello da parte di questi turisti che dicono provenire dal nord Italia risiede proprio nel fatto che quasi tutta la cittadina è proibita agli amici a quattro zampe. Nonostante la lodevole iniziativa di aprire una bau beach sulla Giannella con tanto di cartelli che ne indicano gli ingressi, ci sono invece indicazioni che allontanano i cani e sono disseminate su tutto il territorio. Come si fa ad andare in spiaggia se poi non si può accedere in paese? E come si possono portare i cani nei ristoranti che li accettano, forse con un elicottero privato che atterra e decolla sulla porta? Quest’ultima domanda la rilancia Marina Meggiorini, titolare del ristorante La Taverna che ha aderito volentieri all’invito del ministro del turismo Brambilla di far entrare i cani nei locali pubblici. D’altronde il divieto di molte zone agli animali ha suscitato polemiche fin dal momento in cui è stato apposto, qualche mese addietro. A quei tempi, a difenderlo fu l’assessore Rolando Di Vincenzo che si affrettò a precisare che i cani ad Orbetello potevano circolare, ma solo nelle zone concesse. «E’ assurdo - ribatte la Meggiorini - chi viene nella nostra cittadina la vuole visitare tutta, non può essere relegato soltanto in pochi posti». E le fanno eco i turisti delusi di internet che precisano di essere partiti da Albinia ben attrezzati di «zainetto con paletta, sacchetto per deiezioni, museruola, bottiglietta di acqua e cagnolini al guinzaglio». Insomma, tutto l’occorrente per non sporcare e non dare fastidio a nessuno. Ma una volti giunti in riva alla laguna, i turisti pongono l’accento sulla scoperta di “cartelli di divieto ovunque: lungo il lago, nel centro storico, sulle piazzette, nel grande parco comunale. Non abbiamo potuto vedere nulla. E neppure abbiamo potuto bere un caffè o acquistare una bottiglietta d’acqua in un qualsiasi negozio. E poi la televisione - dicono sconsolati - ci bombarda di appelli: non abbandonate i cani, soprattutto d’estate. Ma se questa è l’accoglienza....Amareggiati, delusi e sconfortati, ce ne siamo andati e non torneremo mai più». Per Orbetello sempre in cerca di veicoli promozionali che ne esaltino i valori, una pessima pubblicità di mezz’estate, giunta sicuramente nel periodo meno opportuno. E che meriterebbe, come minimo, un chiarimento da parte dei diretti interessati.

Costretta ad occupare la (deserta) carrozza riservata a chi viaggia con animali
Provincia di Genova - IL CANE sarà anche il migliore amico dell'uomo, ma l'amicizia in alcuni casi può costare cara. Specie se bisogna fare i conti con le rigide regole che disciplinano il trasporto degli animali sui treni: chi porta con sé bestie superiori ai 6 chili deve viaggiare su una carrozza a parte. Una regola che è risultata fatale ad una giovane su intercity serale diretto a Milano: a quell'ora l'intera carrozza è vuota, lei si addormenta e viene derubata.
Barbara, il nome è di fantasia perché la ragazza chiede di mantenere l'anonimato, era salita alla stazione di Chiavari, sul treno delle 19 e 25 diretto nel capoluogo lombardo. Con sé aveva il suo amico a quattro zampe per il quale aveva pagato il biglietto. Ma per le nuove disposizioni concordate da Trenitalia con il ministero della Salute, chi viaggia con un animale di taglia superiore ai 6 chili deve sedersi solo in una carrozza riservata. In quella carrozza, l'ultima, a quell'ora della sera non c'è proprio nessuno. Barbara è un po' intimorita dalla situazione, ma il capotreno non vuol sentire ragioni: le regole sono regole. Non importa se il padrone del cane è una donna e non è proprio rassicurata dal viaggiare a quell'ora della sera in una parte del convoglio vuota.
Barbara cerca di chiudersi dentro, ma la porta non è dotata di fermo così si limita a chiudere la porta scorrevole. Il viaggio è lungo e lei molto stanca, così si addormenta. Ma all'altezza di Pavia si risveglia con una brutta sorpresa. Qualcuno si è introdotto nello scompartimento e le ha portato via tutto: borsa, portafogli, documenti e telefonino. La giovane è sconvolta e anche molto spaventata anche per quello che sarebbe potuto succedere. E non si capacita come né lei né il cane si siano accorti di niente. Forse, azzarda, i ladri hanno usato dello spray narcotizzante.
È la madre di Barbara a scrivere tutta la sua indignazione al comitato dei pendolari Liguri: «Era proprio necessario fare spostare una ragazza sola in uno scomparto vuoto alle otto di sera?», domanda la donna.
La questione degli animali sui treni era già stata al centro di una tira e molla tra l'esecutivo, che voleva impedirne e il trasporto, e le associazioni dei consumatori, contrarie al divieto. «Non si capisce quale sia la logica di questa regola - attacca Sonia Zarino, coordinatrice del comitato dei pendolari - La sola cosa che mi viene in mente è che si vogliano così"concentrare" delle possibili fonti di insetti in un solo vagone, per poi non pulire a fondo gli altri». Zarino lancia anche una stoccata sulla sicurezza: «Quello dei furti è un problema che, pur in calo come dimostrano le statistiche, continua a destare preoccupazione».
La replica di Trenitalia è lapidaria: «Quelle regole sono state fissate con il ministero della Salute e vanno rispettate». Quanto alla sicurezza, l'azienda specifica: «La Polfer ha aumentato i controlli e di recente abbiamo diffuso un decalogo per viaggiare sicuri».

La città chiude i giardini ai cani Appaiono i cartelli di divieto ed esplode subito la protesta

PONTEDERA (PI). «È assurdo, devono spiegarmi dove devo portare il mio cane per la passeggiata quotidiana, ora che hanno tolto quei pochi spazi che ci erano rimasti». Simonetta Sabbatini era molto arrabbiata ieri mattina al telefono. Abita vicino alla scuola Maltagliata ed era uscita come ogni giorno per far sgranchire un po’ le gambe al suo cane, trovando però gli operai del Comune intenti a sistemare cartelli di divieto di accesso per cani al guinzaglio in uno dei giardini della zona. «Qui avevamo solamente questo giardino dove far circolare legati i nostri cani - spiega la donna, fattasi portavoce di numerosi cittadini che ieri mattina hanno trovato l’amara sorpresa - ma adesso che c’è il divieto cosa dobbiamo fare secondo l’amministrazione comunale?». La soluzione sarebbe quella di spostarsi nell’area recintata del Parco dei Salici, dove i cani possono fare ciò che vogliono indisturbati, oppure percorrere una parte dell’argine dell’Era adibita alle passeggiatine degli animali a guinzaglio. «Non credo sia la soluzione ideale - ripende la donna - specie per chi come me è invalida o è anziano. Qui ci sono molti campi completamente abbandonati con l’erba alta e piante cresciute senza controllo. Potrebbero pulire e recintare questi spazi e creare aree destinate ai cani e ai loro bisogni». Ecco la soluzione, secondo la signora, che potrebbe anche essere oggetto della riunione sull’argomento in Comune che avverrà verso la fine del mese, come spiegato dal vicesindaco Massimiliano Sonetti. «Si - riprende Sabbatini - intanto però si continua a usare il divieto contro i cani, quando sarebbe più educativo effettuare veri controlli e pulizie dei giardini. Sembra che ci sia un accanimento contro chi ha cani, mentre nelle ultime sere siamo stati costretti a chiamare le forze dell’ordine di notte per gli schiamazzi che provenivano dalla strada, senza però vedere nessun intervento». Gli operai del comune che stavano sistemando i cartelli ieri mattina hanno dovuto fronteggiare, loro malgrado, le proteste di numerosi cittadini con i loro cani al guinzaglio. Non solo nella zona della scuola Maltagliata, nel quartiere Fuori del Ponte, ma anche al percorso pedonale del laghetto della Fornace Braccini.

AVVELENAMENTI responsabilità di produttori ETC. SPARIZIONI GATTI /CANI

Le responsabilità dei produttori, dei medici veterinari e dei sindaci
Bocconi avvelenati, i pericoli per cani e gatti d'estate
Ordinanza Salute - GURI 13 del 17.1.2009)
L'ordinanza è di pochi mesi fa ma torna di attualità ora, durante le vacanze, quando i nostri cani di città si trovano spesso in luoghi nuovi e sconosciuti. Il pericolo dei bocconi avvelenati non va sottovalutato ed è bene sapere che esistono delle regole molte severe. Eccole.
A rischio non sono solo la fauna selvatica, le specie protette e gli animali domestici. Si tratta di una grave minaccia per la salute umana, specialmente dei bambini. In via generale, il monitoraggio e la gestione degli interventi da effettuare dipenderà da un «Tavolo di coordinamento» attivato in ogni Prefettura.
Nel concreto, l’ordinanza riflette le gravi responsabilità penali che derivano dall’uso irresponsabile di questi preparati: dal getto pericoloso di cose, alla violazione delle norme sulla caccia, fino al maltrattamento e all’uccisione di animali altrui. Si fa quindi ampio divieto a chiunque di utilizzare in modo improprio esche o bocconi avvelenati e di detenere, preparare, miscelare e abbandonare alimenti che contengano sostanze tossiche o nocive, compresi vetri, plastiche e metalli. I produttori di fitosanitari e di sostanze pericolose devono poi seguire alcune precauzioni, aggiungendo ai topicidi, ratticidi, lumachicidi e nematocidi ad uso domestico, civile ed agricolo, una sostanza amaricante che li renda sgradevoli ai bambini e agli animali non bersaglio. Le etichette devono inoltre riportare le modalità d’uso e di smaltimento. Nel caso in cui la forma commerciale sia un'esca (ad es. carcasse di piccoli animali, uova o carne imbottiti di veleno) deve essere previsto un contenitore che consenta l’accesso solo all'animale bersaglio. Un’attenta prevenzione è richiesta anche alle ditte che eseguono operazioni di derattizzazione e disinfestazione, cui spetta l’obbligo di esporre degli avvisi nelle zone interessate, con almeno cinque giorni lavorativi di anticipo. Gli avvisi indicano la presenza del veleno, la durata dell’intervento, il responsabile del trattamento e le sostanze utilizzate. Il proprietario o il responsabile dell' animale deceduto a causa di esche o di bocconi avvelenati deve segnalare il fatto alle Autorità competenti. Nei casi di sospetto avvelenamento, il medico veterinario deve comunicare la diagnosi ai sindaci e alle Aziende sanitarie locali affinché vengano disposte le necessarie procedure di indagine, di autopsia e di bonifica territoriale, fino all’eventuale interessamento da parte dell’Autorità giudiziaria.

E nell'Est i felini scompaiono

MONTEFORTE (VR). Sul monte Riondo una dozzina di «mici», negli ultimi mesi, si è letteralmente volatilizzata
Denunciati ai Carabinieri anche alcuni episodi di maltrattamento e di morti sospette
Provincia di Verona - Sul Monte Riondo i gatti si volatilizzano, ma c'è anche chi s'è visto tornare il micio impallinato e ha denunciato il fatto ai carabinieri. E' Dora Bellin, che abita al civico 24 di via Monte Riondo, a sollevare il caso: «Ho due femmine ed un maschio e fino alla fine di giugno avevo ospite anche il gatto di mia nipote. Un giorno il gatto è sparito, l'ho cercato per un mese ed è proprio col tam tam tra i vicini che ho scoperto un fatto strano: nell'ultimo periodo sono spariti sei gatti nella via ed altri sette poco fuori». Alla donna qualcuna delle diciannove famiglie della sua strada dice di provare a cercare il gatto in una vecchia casa disabitata, poco sotto la sua, dove i randagi si ritrovano abitualmente: «Ci sono andata, ma non ho trovato nulla se non ciotole vuote». L'idea che in zona si sono fatti è che la stagione felina degli amori, accompagnata da miagolii a più voci, possa aver disturbato qualcuno: «Anche perché nelle notti dell'ultimo mese al coro dei gatti seguiva quello dei cani, e all'acquietarsi dei cani la ripresa dei gatti e così via. Per me è inconcepibile, però…». A darle in qualche modo una conferma circa la singolare “evancesenza” dei mici della zona è stata, il 2 agosto, una lettera che tanto lei quanto le altre famiglie della via si sono trovate nella cassetta della posta. L'ha firmata uno dei residenti dopo essersi visto tornare a casa il proprio gatto con un pallino da pistola ad aria compressa conficcato sotto un occhio. La lettera fa riferimento a «numerosi altri episodi di maltrattamento, morti per avvelenamento e sparizione di animali», fa presente che quel che gli è accaduto è stato oggetto di una denuncia ai carabinieri e si appella al senso di responsabilità dei vicini nel vigilare. La lettera si rivolge anche all'eventuale responsabile intimando lo stop alle macabre pratiche. «Solo qualche giorno prima», dice Dora Bellin, «sono andata anche io dai carabinieri a segnalare questi strani episodi. Ho voluto che quello che sta accadendo diventasse di dominio pubblico per mandare un segnale a chi è responsabile, per fargli sapere che siamo tutti all'erta e prima o poi potrebbe essere colto con le mani nel sacco».
Quasi a far da contraltare a ciò che accade in cima al Monte Riondo, all'inizio della salita c'è invece un signore che s'è rassegnato ad essere l'orfanotrofio dei gatti: ogni anno gli catapultano in giardino mamma gatta e gattini appena nati. E lui li accudisce e li sfama, almeno fino a quando, com'è successo quest'anno, non spariscono.

Bocconi avvelenati, strage di gatti a Godego

GODEGO (TV). Moria di gatti. E’ stata registrata nell’azienda agricola gestita da Pietro Guidolin a Godego, in via Ca’ Leoncino. La moglie del titolare, Angela Ferraro Guidolin, che cura un piccolo allevamento di 17 gatti, racconta che l’altra mattina ha visto pochi felini scendere per mangiare il mangime che amorevolmente depone su una capace mangiatoia. La donna si è guardata intorno ed ha visto alcuni animali morti con sangue sulla testa ed altre bestie rantolanti. Ha telefonato subito al veterinario e questo ha risposto che se hanno sangue nella testa vuol dire che sono stati avvelenati. Angela ama molto i suoi gatti e non si rende conto chi possa aver sparso il veleno nei presi suo allevamento. «Loro non fanno male a nessuno - spiega la donna addolorata -. Ci sono persone che mi portano i loro gattini che nascono in casa perché loro non possono tenerli e sanno che li tratto bene». Vicino all’azienda Guidolin ci sono molte case, forse i gatti possono dare fastidio e il regolamento di polizia rurale approvato dall’amministrazione comunale recita che per la detenzione di animali d’affezione occorre che le bestioline siano custodite in recinti idonei e alimentate adeguatamente. Ciò per evitare che l’animale possa creare disturbo a persone terze. La risposta di Angela: «I miei gatti non si allontanavano mai dal loro ambiente, ma se qualcuno lo avesse fatto poteva essere allontanato, ma non ucciso».

Polpette con sospetto topicidavicino ai giardini di Castelletto
Sequestrate ieri mattina dopo la denuncia di un'insegnante. Erano state abbandonate seguendo
un preciso percorso
Genova - CINQUANTA polpette piene di granuli "sospetti", disseminate lungo passo Sant'Ugo, a due passi dal castello D'Albertis e a ridosso di una zona in cui spesso giocano i bambini.Alimenti avvelenati? Con ogni probabilità sì, perlomeno secondo il primissimo (e per forza superficiale) esame condotto dai carabinieri, che le hanno comunque sequestrate per "girarle" alla Asl 3. Perché oltre alla carne macinata contenevano granuli di probabile topicida, e chiunque le avesse ingerite avrebbe rischiato di stare parecchio male. Ma perché sono (o sarebbero) stati abbandonati cibi pericolosi in una zona del genere, e in modo più o meno strategico, essendo disseminate a precisa distanza una dall'altra quasi a costituire un percorso?
Se lo chiede di sicuro l'insegnante P. C., che ieri mattina poco prima delle sette stava percorrendo proprio passo Sant'Ugo dopo aver attraversato i giardini Eugenio Montale. «Stavo portando a spasso il mio cane e ho visto che ne ha mangiata una. Mi sono subito insospettita ed è stato sufficiente alzare lo sguardo per capire che ce n'erano svariate decine disseminate qua e là, in maniera quasi strategica».
P. C. ha contattato un'amica e sulle prime hanno pensato di rivolgersi direttamente alla Asl 3, per fare esaminare l'alimento. In realtà non è stato possibile, poiché occorre una formale denuncia alle forze dell'ordine. A quel punto, non essendo riuscite a risolvere il problema negli uffici dei vigili urbani, si sono rivolti all'Arma, in particolare alla stazione di San Teodoro.
E la domanda cui rispondere il più in fretta possibile è la solita. Perché, se davvero dentro le polpette c'era topicida (i dubbi potranno essere fugati solo con un esame più dettagliato) erano state abbandonate in quel modo? Chi le ha lasciate si è reso conto del pericolo creato non solo per gli animali, molti, che camminano in quella zona, ma anche per i bimbi che passano talvolta insieme alle mamme? I militari hanno comunque sigillato gli alimenti e dovrebbero consegnarli all'Azienda sanitaria con l'inizio della settimana

Strage di gatti a Erbezzo Decine quelli avvelenati

La signora che li sfamava: «Chi butta esche qua e là uccide anche altre specie qui invece si è voluta colpire la mia attività»
Erbezzo (VR) - Ancora gatti morti avvelenati: la strage continua ad Erbezzo. La denuncia è di Loredana Garonzi, impiegata part-time in un'agenzia di assicurazioni, residente a Verona ma d'estate villeggiante ad Erbezzo, che il suo tempo libero lo spende nel dare sostentamento ai mici randagi del piccolo Comune montano.
Un'attività che la occupa anche nel periodo invernale, quando sale tre volte la settimana dalla città per assicurare un pasto ai suoi numerosi amici a quattro zampe.
Sono decine i felini (e in passato pure una volpe) che nel corso degli anni hanno eletto l'abitazione di via Monti Lessini a luogo di ristoro privilegiato, dove abbuffarsi di pastasciutta e croccantini, tra una scorribanda e l'altra nei boschi. Negli ultimi tempi i commensali fissi erano poco più di una ventina, in gran parte randagi, ma non mancavano i domestici del circondario che rimpinguavano il pasto casalingo alla mensa della Garonzi. Della allegra combriccola di buongustai però, oggi ne è rimasto solo uno, piccolo, spaurito, col pelo rossiccio. Il resto è stato spazzato via dalla mano di qualche sconsiderato che ha individuato nel veleno, messo probabilmente proprio nelle ciotole in cui trovavano conforto alla fame, il mezzo per consumare qualche assurda forma di ripicca. «Erano tutti gatti mangia e fuggi anche perché, a parte la mia, questa è una zona di case che rimangono aperte solo tra luglio ed agosto», spiega la Garonzi accarezzando Nerino, uno dei suoi gatti. «Quelli a cui do da mangiare sono per la maggior parte mici non domestici che vivono la loro vita tra fienili, legnaie o rifugi di fortuna. E che d'inverno, quando qui è tutto chiuso, mangiano tre volte la settimana, quando salgo da Verona apposta per portargli un po di cibo».
Chili di pastasciutta, croccantini e scatolette, che d'inverno rappresentano l'unico viatico alla fame di questi poveri gatti e che l'impiegata divide in sei ciotole riparate, per non farne ghiacciare il contenuto. «Quel tanto che basta per dargli sostentamento. E infatti non ne è mai morto uno di fame». Nella strage è rimasto vittima anche il micio dei vicini, che si concedeva qualche scappatella gastronomica in compagnia. Una morte orrenda anche per lui, come per i suoi venti commensali. Il racconto di Loredana è raccapricciante. «Alcuni li ho trovati morti vicino a casa, altri sono andati a morire altrove», ricorda. «Una morte lenta la loro, prolungata nel tempo. Tutti avevano la pancia gonfia, molle e striata di blu. Blu come le feci lasciate prima di morire». Stesso pasto, stessa fine. Il sospetto è che sia stato avvelenato il cibo che tutti i giorni Loredana prepara per la sua affezionata clientela. Un gesto mirato, compiuto da qualcuno che conosce bene le abitudini della signora e dei suoi amici. «Non siamo di fronte ad un killer dei gatti», conferma la Garonzi. «Quello butta un'esca qua e là, coinvolgendo anche altri animali, come i cani. No, qui qualcuno ha voluto colpire proprio la mia attività. Un'attività che non è segreta. Tutti qui sanno che da anni porto da mangiare ai gatti, ma si vede che c'è chi non l'ha mai mandata giù». E ha messo il veleno proprio nelle sue ciotole. Ma quale tipo di sostanza? «Non lo so proprio», dice la signora. «Ho letto di gatti morti per avvelenamento che saltavano, rantolavano o si contorcevano. No, qui è stato utilizzato qualcosa di molto più debilitante nel tempo». Le prime avvisaglie della strage risalgono alla fine di giugno. «Ho notato che giorno dopo giorno qualche ciotola rimaneva intoccata», ricorda Loredana. «Al momento ho pensato a scappatelle amorose. E' stato poi l'atteggiamento inappetente e la sparizione di un paio di gatte e dei loro piccoli a farmi balenare il sospetto che stesse accadendo qualcosa di molto più grave». Amara l'ultima considerazione di Loredana. «La tolleranza oggi è merce sempre più rara. Manca la pietà, quel poco di pietà che dovremmo avere sempre anche per gli animali».

Un esposto per fermare la strage di cani

CAMPOBASSO - PORRE fine alla strage di cani, randagi e non, che si sta verificando su diverse zone della città, compreso il centro cittadino e al tempo stesso tutelare la salute pubblica. E’ l’obiettivo dell’espostodenuncia presentato ieri dal consigliere comunale dell’Italia dei Valori, Michele Durante, al Questore ed al Procuratore della Republbica presso la Corte d’Appello del tribunale di Campobasso. L’esponente di opposizione ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa nella villa dei cannoni, l’area verde antistante il distretto militare, sulla quale di recente è stato realizzato un piccolo parco giochi per i bambini. «Abbiamo deciso di incontrare qui i giornalisti perché proprio qui, di recente, sono stati rinvenuti alcuni bocconi avvelenati ha denunciato Durante La situazione sta diventando estremamente pericolosa, non solo per i cani, ovviamente, ma anche per i cittadini. Immaginate cosa accadrebbe se uno dei bocconi venisse raccolto da qualche bambino che gioca qui. Qui si tratta di un problema che attiene alla salute pubblica ha aggiunto il consigliere comunale Dalle analisi eseguite sul cibo dato ai cani per avvelenarli, è emerso che si tratta di sostanze altamente tossiche, come i pesticidi ed altre composti per i quali sono ancora in corso le verifiche. Chiediamo che vengano immediatamente attivati tutti i controlli necessari da parte delle istituzioni preposte. Non vogliamo fare strumentalizzazione politica su un argomento così delicato, ma sollecitiamo l’amministrazione comunale e l’Asrem affinché attivino tutti gli strumenti per la cura, l’assistenza e la sterilizzazione dei cani. L’assessorato competente deve prendere in mano la situazione». Con Durante c’erano an che molti volontari che quotidianamente si occupano della cura dei randagi. C’è chi ha denunciato l’avvelenamento di oltre cento cani, dal 2007 ad oggi. Un vero e proprio sterminio. Il consigliere comunale ha poi avanzato la proposta di istituire la figura della guardia zoofila, essendoci volontari che hanno frequentato corsi appositi, per i quali, tra l’altro ha denunciato l’Asrem non ha ancora rilasciato i relativi attestati. «Ci sono risorse umane che potrebbero essere utilizzate e valorizzate ha detto Sull’intero territorio comunale ci sono oltre settanta volontari che prestano la loro opera gratuitamente». Critiche anche nei confronti della gestione del canile comunale e dell’Asrem che non ha ancora provveduto ad attivare la figura del veterinario responsabile. Infine l’appello agli autori degli odiosi gesti: «Mi affido alla loro sensibilità affinché interrompano questa pratica indegna. Forse non si rendono conto della gravità delle loro azioni ha concluso Durante Forse non sanno che si stanno macchiando di reati gravi».

La Lav: tavolo tecnico contro gli avvelanatori

ARCELLA (PD). Un tavolo tecnico - composto da prefetto, sindaco, Provincia, Asl, Corpo Forestale dello Stato, Istituto Zooprofilattico, guardie zoofile e polizia locale - allo scopo di individuare e punire gli avvelenatori di cani e gatti che agiscono in varie zone della città. A chiederne la convocazione è la Lav, l’associazione che protegge gli animali, alla luce di quanto accaduto in via Schiavone, dove, in un prato frequentato dai quattrozampe - spesso portati a spasso dai proprietari - ignoti sadici hanno disseminato l’erba di polpette di carne cruda imbottite di vetro. La scoperta delle trappole crudeli è stata fatta da un’attivista della LAV, che accudisce la colonia felina di via Schiavone (regolarmente all’Asl) che ha sporto poi denuncia ai carabinieri.

Polpette avvelenate nella villa dove giocano i bambini

Campobasso - Polpette avvelenate abbandonate in villa dei Cannoni, accanto alla giostrina per i bambini. Una situazione che potrebbe prefigurare il procurato allarme sociale, quella denunciata dal consigliere comunale Michele Durante. Il rappresentante dell'Idv ieri mattina ha tenuto una conferenza stampa, al fianco dei volontari e dei rappresentanti delle associazioni animaliste, prima di recarsi in Questura e alla Procura della Repubblica per presentare un esposto. Un fenomeno, quello dell'avvelenamento degli animali (randagi, ma anche padronali), che nell'ultimo periodo è diventato vera e propria emergenza, con decine di episodi da una parte all'altra della città, anche il 2007 è stato «l'annus terribilis», con circa 100 casi. «Le polpette ritrovate in villa dei Cannoni, dove quotidianamente si intrattengono le famiglie e giocano i bambini - ha spiegato Durante in conferenza stampa - sono state sequestrate ed inviate all'Istituto zooprolittatico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise, per le analisi del caso. Supponiamo tuttavia che, come negli altri casi, comprovati dalle autopsie svolte dai veterinari, contengano pesticidi solforati, venduti nei negozi di giardinaggio e quindi di facile accesso per tuttti. Una sostanza velenosa, oltre che per gli animali, cani e gatti, anche per l'uomo, figuriamoci per i bambini, che potrebbero sfiorare questi «bocconi» e portarsi le mani alla bocca. Serve un intervento urgente, non possiamo rischiare che ci scappi la bara bianca. Mi appello anche a chi compie questi reati, qualcuno che ha evidentemetne perso il controllo di sè, a redimersi». Parole crude, quelle usate dal consigliere, che testimoniano come la situazione sia davvero degenerata. Una situazione che non è più di semplice degrado sociale, ma di rischio per la salute pubblica. C'è ovviamente l'aspetto del dolore provocato a tanti cittadini per la morte dei loro animali, non solo randagi, visto che spesso le polpette avvelenate vengono lanciate nei giardini. «La mia iniziativa - ha aggiunto ancora Durante - non vuole essere un tentativo di strumentalizzazione politica. Chiediamo tuttavia l'intervento del Comune, affinché potenzi il controllo del territorio, ma anche della Asrem e anche della Regione, ognuno per propria competenza, per affrontare oltre al problema della sicurezza, anche la questione della situazione dei canili. Ovviamenti siamo certi che la Procura aprirà un fascicolo contro ignoti». Il consigliere dell'Idv ha poi presentato una relazione, per evidenziare il lavoro svolto dalle associazioni animaliste locali, nei canili rifugio di Santo Stefano, dell'ex mattatoio di via Garibaldi, smantellato qualche mese fa, (tutti i randagi sono stati portati a Milano), di Mirabello e Ferrazzano. Volontari che operano con impegno e dedizione, che potrebbero essere eventualmente utilizzate come «vigili zoofili volontari» a supporto dell'amministrazione. Una proposta, come quella della realizzazione di un nuovo canile municipale, che Durante porterà all'attenzione del Consiglio comunale, alla ripresa dei lavori settembrina.

Diffondete per piacere grazie a tutti URGENTE!

stato trovato da una famiglia amante degli animali in una segheria, scheletrico e tremante.
Accolto in casa loro, è emerso che ha le zampine posteriori bloccate.

Visitato da 3 veterinari tra cui un rinomato radiologo, è risultato un danno al cervelletto, forse causato da un amorevole cittadino livornese che, non amando i gatti,
scaraventa i cuccioli che una gatta gli partorisce in giardino.

Ma siccome coi se e i ma non si fa niente, resta il fatto: Bis trema e ha due zampine bloccate che richiedono una paziente fisioterapia per essere riabilitate.
Vista la giovanissima età, le possibilità di ripresa ci sono.

Un veterinario ha proposto la soppressione per evitargli inutili sofferenze, ma lui non soffre: fa i bisogni autonomamente (anche se ovviamente sul posto e va pulito), mangia e beve, esprime i suoi desideri ecc.

TRA UNA SETTIMANA

la famiglia che l’ha accolto torna a lavorare e non potrà seguirlo come ha fatto finora,

senza mai lasciarlo solo un attimo.

È un’ADOZIONE URGENTE

non perché sia in strada, ma perché tra una settimana

Bis rischia di perdere la possibilità – che la fisioterapia continua gli garantirebbe – di una vita normale ed autonoma.

ABBIAMO UNA SETTIMANA!!!!

VI PREGO DI DIFFONDERE QUESTO APPELLO OVUNQUE: FACEBOOK, SITI, BLOG, FORUM, GIORNALI

Si trova a Livorno ma siamo disponibili a portarlo in capo al mondo se lì vivesse la famiglia giusta.

Per informazioni Gabriella 347-3171659

EMERGENZA PER QUESTA COCKERINA CROATA, IL 1° SETTEMBRE VOGLIONO SOPPRIMERLA

la sua foto è nel gruppo.
http://www.facebook.com/l/;unmondosbagliato.wordpress.com/

Dall'album: VERRA' SOPPRESSA il 1 SETTEMBRE...
Di Francesca Romana Capizzi
chiediamo aiuto per una dolcissima cagnolina incrocio cocker di
tre anni che verra` soppressa se non trova casa. Purtroppo la sua e`
una storia piu` triste di altre visto che sono proprio i suoi padroni
a volerla sopprimere. Si sono stufati di lei ed ora che ha tre anni
se ne vogliono liberare in un modo o nell'altro. Come ultimatum ci
hanno dato il 1 settembre, sono stati molto chiari: la cagnolina deve
sparire entro quella data.
Episodi come questo sono frequenti in Croazia e nonostante sopprimere
un cane sano sia vietato molti veterinari lo fanno comunque e non
c'e` modo di intervenire legalmente. Purtroppo i padroni di questa
piccola cocker non solo proveranno a sopprimerla tramite il
veterinario ma hanno detto anche che se questo non gli riuscisse sono
pronti a pagare un cacciatore che la fucili. La situazione e`
veramente urgente e dobbiamo agire subito.
Non possiamo permettere che questa cagnolina venga fucilata o uccisa
da un'iniezione.
Vi alleghiamo la sua foto, che potete trovare anche sul nostro sito
http://www.facebook.com/l/;www.unmondosbagliato.wordpress.com
Per qualsiasi informazione chiamateci allo 0038598888035 o scriveteci
a unmondosbagliato@libero.it
Riusciamo a portare la cagnolina in tutto il Friuli Venezia Giulia.

Gruppo Un mondo sbagliato
RAGZZI IN CROAZIA SI PUO DECIDERE DI SOPPRIMERE A PIACIMENTO.. QUESTA CAGNETTA VERRà SOPPRESSA IL 1 SETTEMBRE ULTIMATUM DEI PROPRIETARI,, PIUTTOSTO PAGHIAMO UNA PENSIONE

Protezioni animali Legnano(MI)

La Protezione Animali di Legnano gestisce il canile- gattile dove sono ospitati un centinaio di cani e, in questo periodo, quasi 80 gatti, in cerca di adozione.
Non siamo soliti chiedere aiuto, ma qualche piccola offerta sarebbe gradita.
Abbiamo bisogno soprattutto di cibo specifico per gattini, in particolare mousse e patè (perchè abbiamo visto che i bocconcini non li mangiano ...).
E per i cani di prodotti antiparassitari come spray, pipette, collari antipulci /zecche, soprattutto per taglie medie e grandi (come sono la maggior parte dei nostri ospiti).
Sono graditi e sempre utili anche materassini,copertine,brandine per cani,anche usate.
Inutile dire che di volontari ne servono sempre, soprattutto per il sabato e la domenica per la pulizia delle gabbie e la distribuzione del cibo o delle medicine.
Ringraziamo di cuore chiunque vorrà fare anche solo una piccola offerta.

per contribuire, puoi farlo versando anche pochi euro sulla seguente Carta Postepay:
4023600453892772
intestata a Melania Farina
oppure richedendo l'indirizzo (in privato)a cui spedire un pò di cibo o materiale
Mi occuperò di acquistare e recapitare personalmente il cibo e tutto ciò che serve agli ospiti del canile-gattile della Protezione Animali di Legnano.

Un ringraziamento particolare alle persone che mi hanno contattato per spedirmi materiale (collari etc) e a chi mi ha personalmento o spedito o consegnato a mano cibo per gli ospiti.
Ogni donazione..(siete così tanti e nemmeno un centesimo :'( ) verrà postata sulla bacheca ringraziando chi ha contribuito ad aiutare i tanti cani e gatti che ospita la Pal!

URGENTE: SMARRITA PIT BULL MOLTO DOCILE ROMA-PIRAMIDE-OSTIENSE

Ortensia pitbull color nocciola 9 anni e' stata smarrita lunedi 10/08 intorno o alle 20 in zona Piramide-Ostiense(Roma)il tizio che l'ha smarrita,l'aveva in custodia per qualche giorno,in quanto la padrona andava in vacanza a londra,nemmeno ha fatto la denuncia il giorno stesso della scomparsa del cane e ora la padrona la cerca disperatamente...se avete notizie contattate
Davide 3492314318
o lasciatemi un messaggio..
Grazie e aiutateci a spargere l'appello tra i vostri contatti per favore!!!!!!!
Ortensia nn e' abituata a girare da sola,e' molto timida e molto docile,non ha chip portava il collarino rosa con gli swarovsky della foto allegata..

Luogo: ZONA PIRAMIDE-OSTIENSE

LE SUE FOTO IN QUESTO LINK:

http://www.facebook.com/search/?q=fabrizio+colasanti&init=quick#/album.php?aid=21184&id=1628885627&ref=nf

!!! SCOMPARSA !!!

Zona TORRI DEL BENACO- LAGO DI GARDA

Meticcia di pastore svizzero di un anno completamente bianca risponde al nome di Malù.
Quando è scappata, in seguito ad uno spavento, aveva pettorina e guinzaglio di colore rosso con disegni e un collare con annessa medaglietta di colore rosa con stampato il suo nome e il nr. di cell.
A causa della sua precedente vita in canile, Malù è molto spaventata e sicuramente sarà nascosta in qualche angolo per non farsi vedere da nessuno.
A chiunque l’avvistasse è pregato di contattarci urgentemente ai numeri:
347-8422982
335-1203863
E prevista una ricompensa per chi riuscisse a farcela riabbracciare.
Ci manca moltissimo e siamo veramente disperati.
Vi prego, aiutateci… Grazie di cuore…

ANCHE QUESTO CANE SARà SOPPRESSO IL PROX 15 AGOSTO

URGENTISSIMO! MANCANO SOLO 4 GIORNI, BASTA UNA TELEFONATA AD UNA VOLONTARIA ITALIANA E DIRLE DI AVERE UNO STALLO DISPONIBILE PER LUI O UNA ADOZIONE!
QUESTO E' UN ALTRO PASTORE TEDESCO CHE MORIRà IL 15 AGOSTO IN SPAGNA A GUADALAJARA, SE NON VERRà ADOTTATO!
ADOZIONI: soilj86@gmail.com 330892891
STALLI E ADOZIONI A DISTANZA cli74@live.it

Cani scomparsi nel nulla Vittime di traffici illeciti?

Valdagno (VI) - Spariti nel nulla. Con l'incubo che dietro al mistero vi siano «vivisezione e traffici illeciti di cani, per feroci combattimenti».
A lanciare l'allarme è l'Ente protezione animali che, in poco più di 6 mesi, quest'anno è stato testimone di una decina di sparizioni di quattro zampe a Valdagno e vallata. Ed i precendenti non mancano: basti pensare che solo nel secondo semestre del 2008 "a Castelgomberto erano scomparsi 3 Beagle, noti per la loro resistenza fisica". Ed a nulla sono valse le segnalazioni dei proprietari ai canili di zona oppure i volantini affissi in ogni angolo della città e le loro ricerche disperate. A denunciare quanto sta succedendo è la presidente della delegazione di Arzignano, Maddalena Aloisi, che ha specifica competenza anche sulla Valle dell'Agno. «È necessario accudire il proprio animale con la massima attenzione -ha raccomandato Aloisi-. Purtroppo il fenomeno delle sparizioni di cani sta dilagando anche nelle nostre zone». E non fa differenza se di piccola o grossa taglia, se meticci o di razza: scompaiono senza essere più trovati, inghiottiti da chissà quale destino. Anzi, questo punto probabilmente non è tanto oscuro. «Commercio per il mercato della vivisezione o, ancora, più probabile per il giro dei combattimenti clandestini tra cani - ha denunciato la presidente -. È tempo di smettere di pensare che queste piaghe non riguardino il nostro territorio».
Ed ecco allora che il Rifugio del cane ha aderito alla campagna nazionale, lanciata dall'Enpa, contro la "deportazione" soprattutto verso Austria, Germania e Svizzera di cani per la ricerca. «Si parla di animali rapiti anche dalle abitazioni dei proprietari - ha affermato la responsabile Enpa -. Il nostro timore è che aprire il cancello per far fare al cagnolino la passeggiatina da solo, possa essere molto pericoloso».
Ed i combattimenti clandestini non sembrano essere un'ombra così lontana. Anche se fino ad oggi non si hanno notizie che gli incontri avvengano in vallata o in zone limitrofe, il presidente precisa: «Il sospetto è che anche nelle nostre città possano essere prelevati animali destinati alla vicina Lombardia, centro di combattenti più volte balzato alle cronache. Per non parlare delle regioni del sud, in cui l'attività è diventata un vero e proprio business. I cani prelevati servono spesso come esche vive per addestrarli».
A nulla valgono le applicazioni del microchip per l'identificazione del proprietario del cane. «Solo l'attenta custodia del proprio animale può diventare un'arma per arginare il fenomeno delle sparizioni», ha aggiunto la presidente.

amici leggete...aiutiamo questa cagnolina diffondiamo l'appello grazie

Only you ha aspettato paziente il suo turno per avvicinarsi, e per darci la zampa in segno di amicizia, e da quel momento… è stato amore! vederla emozionarsi come una cucciola per aver trovato un amico umano è stato speciale! only you da oggi vivrà solo in queste foto scattate di fretta, non ce ne saranno altre, perche li non va mai nessuno ad adottare un cane, perche li non ci sono volontari che affievoliscano la dura prigionia di questi cani… fate che only you non debba essere domani solo un ricordo in una foto, ma un cane di qualcuno. box 19. il cane e’ gia sterilizzato. si trova vicino roma ma possiamo spostarlo al centro nord per adozione previa visita pre affido e disponibilità a post.

info: adozioni@associazionecanililazio.it 3406823363 (dopo le 18)

348.5805496 (dopo le 18) - 329/1610240

http://www.facebook.com/l/;www.amicicani.com/index.php?oper=desccane&id=14

niente palio a RE,no alla caccia di caprioli, ricorso al Tar andato bene a Treviso

Olmo rinuncia al Palio degli Asini

GATTATICO (re). Si rompe la tradizione del Palio degli Asini alla Festa del Grano di Olmo. Dopo 25 edizioni, a sostituirlo martedì prossimo alle 21.30 sarà una gara di Polo sempre con asini. Ma perchè questo cambio di programma? Le voci e le indiscrezioni si rincorrono. Una «gola profonda» dell’organizzazione della tradizionale festa sostiene che i veterinari dell’Ausl di Montecchio hanno di fatto vietato il Palio accogliendo le proteste degli animalisti: gli asini venivano maltrattati e sottoposti ad una corsa per loro innaturale. L’Ausl avrebbe applicato la legge regionale numero 5 del 2005 che all’articolo 7 precisa (in merito a esposizioni, competizioni e spettacoli) che gli animali, sia cuccioli che adulti, non possono essere offerti in premio o vincita di giochi, o in omaggio in ambito di attività commerciali, giochi e spettacoli. Inoltre, lo svolgimento di gare con equini o altri animali, sono autorizzate dal Comune nel rispetto d’indicazioni tecniche della Regione, che prevedono in particolare il tipo di materiale per le piste da corsa ed i requisiti di sicurezza per persone ed animali. Ma l’Ausl non conferma e non smentisce il suo intervento. «Un atto di coraggio - lo definisce Stella Borghi dell’Enpa provinciale - se la legge regionale è stata applicata, ringrazio il servizio veterinario Ausl che l’ha fatto rispettare». Secondo un esponente di una Pro loco reggiana, la legge è puntigliosa ma giusta e punisce anche con sanzioni pecuniarie elevate chi non la rispetta. Afferma che in diverse manifestazioni che ha curato ha dovuto tenere in considerazione la normativa e rivedere alcune competizioni, in certi casi eliminandole dalla programmazione. Sulla questione Palio di Olmo ipotizza una teoria: se il divieto c’è stato potrebbe essere dettato dal fatto che gli asini non sono adatti a questa gara, ovvero una corsa che per un asino non è una pratica naturale. Da parte sua il presidente della Pro loco di Gattatico, Paolo Petrolini, nega ogni intervento dell’Ausl e sostiene semplicemente che alla festa di Olmo «serviva solo una ventata di rinnovamento». Questa novità sarebbe il Polo, classico sport a squadre inglese, dove due squadre composte da quattro giocatori in sella a cavalli e muniti di mazze cercano di vincere la partita segnando un punto a proprio favore ogni volta che si riesce a mandare la palla nella porta avversaria.

Becchi: «Basta con l'abbattimento dei caprioli»
CASTELNOVO MONTI (re). Basta con gli abbattimenti sistematici di caprioli. E’ questo il grido d’allarme dal presidente reggiano di Legambiente Massimo Becchi, che chiede, a nome dell’associazione, di entrare a far parte della consulta venatoria per avere più peso politico e decisionale. La provincia di Reggio, dati alla mano, è quella in cui viene abbattuto ogni anno il maggior numero di questi animali. «Partirà nei prossimi giorni - dichiara Becchi - l’ennesimo piano di abbattimento del capriolo, consistente nel ridurre la popolazione di 3.082 animali, che sommati a quelli prelevati nella stagione venatoria 2008-09 anche quest’anno vedono la nostra provincia ai vertici nazionali per abbattimento di questa specie con circa 11mila capi abbattuti. Se da un lato si evidenzia in alcune aree la necessità oggettiva di ridurre la popolazione dei caprioli dall’altro non va dimenticato che è praticamente impossibile portare la densità di questa specie dagli attuali valori 25,5 animali/km quadrato a quanto prevede il piano di 16-18 animali al chilometro quadrato, in quanto sarebbero necessari piani nei prossimi anni ben più consistenti degli attuali. Lo stesso parere dell’Ispra di Ozzano dell’ Emilia (l’ex istituto nazionale per la fauna selvatica) ritiene compatibile questo valore di densità per la nostra provincia, dove piuttosto si segnala invece una politica di contenimento della specie basato solo con l’abbattimento, senza, come in altre raltà, adottare misure di protezione della porzioni di territorio più danneggiate. Comunque vada questo piano di abbattimento porterà la popolazione di capriolo sui 21mila animali, ovvero con circa 8mila femmine si avranno il prossimo anno circa 13-14mila nuovi caprioli (il tasso di fecondità è di circa 1,7-1,8 nati per ogni femmina), arrivando ad una popolazione di 34-35mila animali. Per arrivare alle densità previste dal piano di faunisticio provinciale occorrerebbe abbattere ben di più degli 11mila previsti oggi con i due piani. «Certamente - continua il presidente Becchi, fornendo cifre a supporto della propria tesi - restano molte perplessità su questi piani, visto che il piano autunnale si è rivelato sbagliato e questo secondo nasce da una richiesta degli agricoltori. E’ infatti sempre più difficile capire quando la parte scientifica è vera e quanto è a servizio di meri interessi territoriali di una categoria rispetto all’altra. Certamente andrebbe perfezionato il sistema risarcitorio alle aziende agricole, oggi per molti aspetti inadeguato, anche perchè questo problema ci sarà sempre visto che 3mila caprioli su 24mila sono il 12,5%, ovvero tutti gli altri resteranno normalmente sul territorio. E’ necessario quindi rivedere tutti una serie di aspetti legata alla gestione della fauna selvatica, visto che il prelievo che partirà nei prossimi giorni riguarderà anche 532 daini e 35 mufloni, senza contare che i danni maggiori sono arrecati dal cinghiale. In una provincia in cui si assiste ad un incremento costante della superficie boscata è ovvio aspettarsi una maggiore diffusione delle fauna selvatica. Non dimentichiamoci inoltre che la situazione di molte specie faunistiche è stata generata anche grazie ai piani di prelievo molto modesti degli anni ’90 che, del tutto sbagliati, hanno sottistimato il problema. «Per un confronto più serio - conclude Becchi - Legambiente chiede di fare parte della consulta venatoria, altrimenti anche la nostra associazione promuoverà raccolte di firme per evitare io piani di prelievo e fa i complimenti al comandante dei vigili provinciali Alessandro Merlo, anche responsabile dell’unità operativa Caccia e Pesca della provincia per la decisione di convocare la prima riunione dell’Atc 4 montagna il giorno 12 agosto. Vista la delicata situazione di questo ambito di caccia, il più problematico da sempre, si chiede di spostarla a data più consona fuori dal periodo prettamente vacanziero, in modo da avere una partecipazione più sentita».


Treviso città aperta ai cani

Treviso - Centro vietato ai cani: il Tar del Veneto accoglie il ricorso presentato dai Comitati e annulla la delibera di Ca’ Sugana. Motivo? Treviso è talmente pulita da non avere alcuna emergenza igienico-sanitaria che possa motivare la chiusura del centro agli amici a quattro zampe. Una battaglia legale costata 61 mila euro, tanto ha dovuto spendere il Comune per difendere la sua ordinanza. Una vicenda, quella del centro storico chiuso ai cani, che dopo cinque anni si può dire sia definitivamente chiusa. Era il 29 giugno 2004 quando Gentilini firmò l’ordinanza che scatenò una valanga di polemiche e proteste. La pubblicazione delle motivazioni che avevano portato i giudici del Tribunale Amministrativo del Veneto, prima a sospendere, poi ad annullare l’ordinanza fanno capire che non sarà possibile nemmeno riproporla in futuro. I Comitati che erano stati rappresentati dall’avvocato Fabio Capraro si sono detti soddisfatti. La sentenza infatti parla chiaro: il sindaco poteva adottare una simile ordinanza, ma solo se «giustificata da emergenze sanitarie o di igiene pubblica». Condizioni di cui a Treviso non ci sono tracce. Insomma, il centro storico trevigiano è talmente pulito e il rischio igienico sanitario lontano, che secondo i magistrati non c’è alcuna urgenza di vietare ai residenti di gironzolare con i propri cani. La salute pubblica non corre alcun rischio. I giudici della Terza Sezione lo scrivono nella sentenza: «Il provvedimento impugnato appare da un lato incogruamente motivato: impone un divieto limitandosi ad un generico richiamo a malattie pericolose per la salute pubblica senza riferimenti a situazioni di emergenza specifiche e localizzate nelle strade dove è imposto il divieto; dall’altro, risulta aver imposto un divieto assoluto, che non tiene neppure conto dei proprietari di cani che risiedono nelle zone interdette, per una situazione non imprevedibile e fronteggiabile con l’esercizio degli ordinari poteri di prevenzione, vigilanza e controllo di cui già dispone l’amministrazione». In pratica, secondo il Tar non serve chiudere le strade ai cani, ma semplicemente far rispettare ai proprietari il regolamento emanato dalla stessa giunta e che viene addirittura citato nell’ordinanza incriminata: quello di provvedere a raccogliere gli escrementi lasciata sulla strada dal proprio cane. Se una parte della vicenda è chiusa, rimangono ancora in piedi due aspetti economici: la difesa della propria ordinanza è costata a Ca’ Sugana, oltre 61 mila euro e l’eventuale richiesta di risarcimento da parte dell’unica proprietaria di cane che è stata multata mentre era in corso l’ordinanza. Una donna di 35 anni residente nella zona interdetta che era scesa a passeggio con il proprio amico a quattro zampe. La donna si era vista recapitare una contravvenzione di 51 euro. Scrivono sempre i giudici del Tar: «Il provvedimento ha prodotto effetti, seppure per un periodo limitato e non si può astrattamente escludere né la possibilità di una successiva richiesta di ristoro patrimoniale». Dunque potrebbe chiedere il risarcimento.

Contro l'abbandono dei cani il sindaco di Chignolo lancia una sua campagna

CHIGNOLO PO (pv). Il sindaco di Chignolo Po ha deciso di muoversi in prima persona per sensibilizzare le persone contro gli abbandoni dei cani. E lancia una vera e propria campagna che invita chi ha un cane a iscriverlo all’anagrafe canina «La legge regionale in materia del 1997 - ricorda il sindaco Antonio Bonati - obbliga tutti i cittadini che detengono un cane ad iscriverlo all’anagrafe canina per prevenirne l’abbandono degli animali. Le segnalazioni devono essere presentate anche in caso di smarrimento, cessione, morte. Quando c’è l’iscrizione gli uffici veterinari assegnano il numero identificativo (microchip) con indicato il numero assegnato che dovrà essere effettuato presso l’Ufficio veterinario dell’Asl di Pavia, telefono 0382.432858 oppure al proprio veterinario privato. Chi non lo fa rischia sanzioni».


Lav, sos animali
SUZZARA (mn). Appello della Lav per chi assiste all’abbandono di un animale. L’invito dei volontari è quello di prendere il numero di targa e di segnalarlo alle Forze dell’Ordine. Da un indagine risulta che gli animali più abbandonati risultano essere cani, gatti e tartarughe. I trasgressori rischiano multe fino a 10mila euro e l’arresto fino ad un anno.

DISAVVENTURA. Liberato da vigili e pompieri chiamati da un barista. I due proprietari dell’animale si erano persi
Cane nell’auto rovente Turisti denunciati
Verona - Disavventura per due turisti spagnoli e per il loro cane l’altro giorno sotto il solleone in città. Avevano parcheggiato l’auto in corso Venezia, lasciando dentro il cane, e sono andati a passeggiare in centro, ma si sono persi e sono stati via più del previsto. Il povero animale, chiuso in auto al caldo, cominciava a dare evidenti segni di sofferenza. E così un barista che si è accorto che il cane chiuso nell’auto stava male, ha allertato i vigili di quartiere che a loro volta hanno chiamato i vigili del fuoco per aprire il veicolo, un Volkswagen California: erano le 14 e i proprietari erano via almeno dalla 10, mentre il caldo era ormai oltre i 30 gradi.
I vigili del fuoco, prima di procedere all’apertura dell’auto, hanno però voluto chiamare un veterinario per garantire assistenza al cane; nell’attesa però hanno fatto ritorno all’auto i due turisti spagnoli che erano in ritardo perché non riuscivano più a trovare corso Venezia. Resisi conto del trambusto che c’era attorno al loro veicolo, i due si sono detti profondamente dispiaciuti e si sono giustificati, spiegando che si erano persi. Ma il veterinario, giunto nel frattempo, ha confermato agli agenti che i due andavano denunciati all’autorità giudiziaria per abbandono e maltrattamento. Nonostante questa disavventura, dopo i chiarimenti del caso i due turisti si sono complimentati con gli agenti per l'intervento e per la sensibilità del nostro Paese nei confronti degli animali. Molte in questi giorni le richieste di intervento per animali abbandonati.

Blitz Pm Verona: denunciati due turisti spagnoli per maltrattamento ed abbandono di animale
Verona - 8 agosto 2009 -I Vigili di quartiere di Verona, su segnalazione di un cittadino, sono intervenuti ieri pomeriggio alle 14 in corso Venezia, per liberare un cane lasciato chiuso in auto sotto il sole. L’animale era stato infatti avvistato già dalle 10.30 all’interno di un furgone Volkswagen California di nazionalità spagnola.Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del fuoco per l’apertura del veicolo; l’operazione è stata però interrotta dall’arrivo dei proprietari dell'animale, due turisti spagnoli che si sono giustificati spiegando che si erano persi e non riuscivano più a trovare la loro auto. Per loro è scattata la denuncia per maltrattamento ed abbandono di animale.

SONDRIO: LE PORTANO VIA 9 CONIGLI, RICORRE AL CAPO DELLO STATO
Sondrio,- La polizia locale le ha portato via nove conigli di affezione e lei e' ricorsa addirittura che al presidente della Repubblica. Il responsabile nazionale dell'Associazione italiana animali e ambiente, Lorenzo Croce, ha presentato un 'ricorso straordinario' al capo dello Stato avverso all'ordinanza con la quale la Polizia locale di Sondrio ha provveduto allo sgombero degli animali dall'abitazione di una signora. Certamente a quei conigli la donna e' particolarmente affezionata visto che, lei sostiene, non li ospita per ingrassarli e metterli poi in pentola ma solo per avere compagnia.L'associazione animalista ha convocato per lunedi' prossimo, al bar della piscina comunale di via Merizzi a Sondrio, una conferenza stampa per illustrare i contenuti del ricorso e le proposte relative alla modifica del regolamento di Polizia municipale del capoluogo e subito dopo Ferragosto incontrera' anche il sindaco.